Capitolo 6 Tutto torna

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  1. sisterchris88
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    Capitolo 6

    “Il marchese e la marchesa Van Necker…” fu così che vennero annunciati al Marchese Alberto Casalegno che stava giocando con alcun suoi amici gentiluomini….
    Alberto:”Perdonatemi…” i nobili uscirono attraversando le altre stanze….
    Agnese:”Marchese… vorreste raccontare ad Andrea ciò che mi avete detto… fatelo…. È disposto ad ascoltarvi…”
    Alberto:”Andrea…?”
    Andrea:”Mi fido di mia moglie se lei dice che avete buone ragioni voglio crederle…”
    Alberto sentiva l’astio nelle parole di Andrea… ma voleva tentare se era lì era pur sempre un passo avanti…
    Alberto:”So che tu eri affezionato a tua madre e quello che ti dirò ti sconvolgerà ma devi sapere…Quando ho conosciuto tua madre lei era appena arrivata qui e io ero un uomo sposato…” Alberto iniziò a raccontare la storia che anche Agnese il giorno prima aveva sentito… Andrea era visibilmente sconvolto… man mano che Alberto parlava… ma il giovane cercava di non darlo a vedere, Agnese stringeva la mano del suo Andrea sempre più forte perché sapeva che ave bisogno di sentirla vicino…
    Andrea:”Fermatevi… mi state dicendo che mia madre ha ucciso vostra moglie!!! E mi avrebbe abbandonato…” disse con voce tremante…
    Alberto:”Si Andrea, devi credermi… è la verità…”
    Andrea:”E che quando è tornata dopo tre anni mi ha ripreso con se…”
    Alberto:”Ti ha portato via da me Andrea…”
    Andrea:”Ma come si può abbandonare e poi riprendere un figlio come se fosse…” Andrea si alzò di scatto e andò verso un angolo della grande stanza Agnese lo seguì…
    Agnese:”So che è difficile ma è vero Andrea in quei tre anni Lucrezia è stata a Napoli…”
    Andrea:”Come lo sai?”
    Agnese:”Anche io andai lì con mia madre…quando ero piccola…” Andrea la guardò… sconsolato… con le lacrime agli occhi…
    Andrea:”Mia madre… un assassina…” ripeté a se stesso… “Ma io non ricordo nulla di quegli anni passati con voi… niente….”
    Alberto:”Lo so figliolo eri piccolo, ma io non ho dimenticato un istante… ricordo quando ti regalai una spada di legno perché dicevi che volevi destreggiarti come me… ricordo le tue risate mentre correvi per le cucine in cerca del tuo dolce preferito… e quando andavi per il giardino insieme ad Angelica… e rincorrevi le farfalle, tu adoravi le farfalle… così ti regalai una farfalla che un amico botanico aveva conservato… e tu eri così felice…” Andrea stentava a fermare le lacrime Alberto descriveva così bene quei ricordi che gli sembrava di riviverli, Agnese invece non riuscì a intrappolare le lacrime… Il marchese si avvicinò a suo figlio e gli mise una mano sulla spalla…
    Alberto:”Andrea, ora sai tutta la verità mi è stato impedito di avvicinarmi a te se no ti avrebbe portato lontano e non ti avrei più rivisto…ma per un breve periodo io e te siamo stati padre e figlio…ho sempre avuto a cuore la tua vita…” Andrea accennò ad un sorriso ma poi si ricompose pensando al motivo della sua partenza da Venezia….
    Andrea:”Ammesso che ciò che dite sia vero… perché poi avete compiuto quel gesto così meschino…” Agnese guardò Andrea piena di domande…
    Alberto:”A cosa ti riferisci?”
    Andrea:”A questo…” disse estraendo il libretto e sbattendolo sul tavolino, Alberto trasalì e Agnese non capiva… “Tenevate così tanto a me da far stampare per tutta Venezia un libello dove mettevate in ridicolo mia madre ma soprattutto me facendomi passare per un figlio di nessuno…”
    Agnese sconvolta da questa novità guardò Alberto stupefatta….

    Martino, invece stava scrivendo una lettera da recapitare ad Andrea, insieme a Primo e gli altri aveva pensato che era l’unica soluzione da prendere…

    “Andrea, invio a te queste poche righe, per pregarti di rientrare al più presto a Rivombrosa. Sono successe molte cose dal giorno della vostra partenza. Ti prego di non allarmare Agnese. Al tuo arrivo ti spiegherò tutto. Martino.”
    Martino:”Primo manda un uomo fidato devono consegnarla ad Andrea in persona, pagalo anche il doppio se necessario…”
    Primo:”Certo signor conte...”
    Bianca:”Signor conte perdonate il dott. Ceppi e la marchesina Emilia vi aspettano per la colazione…”
    Martino:”Eccomi… Primo mi raccomando…”
    Bianca:”Se posso permettermi ci sono notizie di Dorina e Maria?”
    Martino:”No Bianca ma dopo torneremo a girare per i boschi, ti prego di non parlarne alla marchesina…” Bianca fece l’inchino annuendo e uscì… Martino raggiunse la sua Emilia…

    Andrea:”Non sapete che dire?” guardava negli occhi di suo padre in cerca di risposte…
    Alberto:”Non ho messo io in giro quelle pagine…”
    Andrea:”Solo un nobile ricco può permettersi simili passatempi, e la storia che narra di un amante avida che si prende tutto e uccide pur di avere potere… alla quale viene risparmiata la vita solo perché usa il figlio che aspetta!!!! Ma vi rendete conto dello squallore di tutto questo!!!”
    Agnese:”Marchese davvero avete screditato pubblicamente la vita e il passato di Andrea e Lucrezia?”
    Alberto:”Mai puoi credermi…”
    Andrea:”Io non credo più a niente… so solo che quando andai per scoprire chi aveva osato infangare la mia vita, mi dissero di un nobile che voleva restare anonimo la cui iniziale del titolo era la c….”
    Alberto:”Non sono stato io! Andrea pensaci perché avrei dovuto essere così meschino ormai eri grande l’avrei fatto subito se avessi voluto!!!”
    Andrea:”Non lo so volete spiegarmelo voi!!!”
    Alberto:”Sapevo di questa storia e sono certo che Lucrezia ti avrà detto che sono stato io ma non è così…”
    Andrea:”Non mi ha detto nulla, la vergogna che gli è ricaduta addosso è stata tale che siamo partiti per Rivombrosa… ma se mi aveste voluto bene non mi avreste mai umiliato così…Agnese andiamo non ho più nulla da dire…” Agnese si avvicinò ad Andrea…
    Alberto:”Andrea aspetta!!! Ricordi quel giorno in cui tu e tua madre entrando a palazzo Ducale siete stati attaccati per colpa delle ingiurie di quel libello…io ero lì… il giorno dopo ordinai di ritirare tutte le copie di quel libello, non potevo sopportare tutto questo… solo per te, non perché Lucrezia meritasse pietà… su questo non nego… ti scrissi una lettera Andrea…” Andrea si voltò guardandolo senza capire…
    Andrea:”Non ho mai ricevuto lettere da voi…”
    Alberto:”se non posso starvi accanto vi proteggerò, questo ti avevo scritto…poi seppi della vostra partenza e pensai che tu eri andato da Lucrezia dicendogli che ti avevo scritto… immaginando che avesse messo in atto il ricatto che mi ha tenuto lontano da te per tutta la vita… Andrea…”
    Andrea:”Marchese… non so ciò che è vero e ciò che non lo è… ma la mia vita è stata ingannata già abbastanza…”
    Andrea uscì dalla sala insieme ad Agnese… Alberto senza saper che fare si versò da bere pieno di pensieri…

    Rivombrosa.
    Emilia:”Non preoccuparti Antonio, Andrea lo ha fatto per una giusta causa…”
    Antonio:”Ne sono convinto… e di certo per aver colpito tanto Agnese avrà molte qualità…e anche per aver convinto Martino! Che voleva il meglio per sua sorella..”si voltò a guardare Martino, che pensieroso, non stava toccando cibo…
    Emilia:”Martino?”
    Martino:”Dicevate scusate…”
    Emilia:”Di Andrea che ti ha dimostrato la sua lealtà…in più di un occasione…”
    Martino:”Si è vero… è in gamba…” Martino però aveva lo sguardo assente…
    Emilia:”Perdonatemi ma vado a sistemarmi tra poco passa il dott. Persini per un controllo…” Emilia si alzò e baciò Martino e si allontanò con Bianca…
    Antonio:”Coraggio che succede?”
    Martino:”Nulla…”
    Antonio:”Mancherò anche da tanto a Rivombrosa ma conosco te anche piuttosto bene…. Qualcosa ti preoccupa e a giudicare da come guardi Emilia lei non lo sa…”
    Martino:”Infatti…ci sono dei problemi a Rivombrosa… ”
    Antonio:”Problemi finanziari…?”
    Martino:”No sarebbe molto meglio…. Una banda di briganti ha rapito Dorina e Maria… ieri al borgo e nessuno ha potuto fare nulla senza contare altri fatti molto strani… per esempio l’uccisione del cavallo di Agnese, e un furto al forte francese… polvere da sparo… esplosivo insomma…”
    Antonio:”Ecco sapevo che qualcosa non andava! Quello che mi dici è gravissimo… dobbiamo fare qualcosa…”
    Martino:”Tra poco andrò col capitano Corsini a perlustrare tutti i possibili rifugi dei banditi per i boschi… ma non so quanta fortuna avremo… ci servirebbe Andrea…”
    Antonio:”Il Marchese Van Necker?”
    Martino:”Si lui conosce questi boschi molto bene… e la sua presenza garantirebbe sicurezza agli abitanti del borgo, anche se sotto altre vesti li ha protetti dalle ingiustizie di Loya…”
    Antonio:”Gli hai scritto?”
    Martino:”Si ma avrei preferito non arrivare a tanto lui è a Venezia con Agnese… Felice…”
    Antonio:”Hai fatto la cosa giusta… ma credo dovresti avvisare anche Emilia…” Martino stava per ribattere… “No, so cosa pensi vuoi proteggerla ed è molto bello, ma aprezzerebbe la tua sincerità più di quanto pensi sarò io con lei a palazzo a calmarla quando non ci sarai tranquilla…”
    Martino:”Si agiterebbe…”
    Antonio:”Martino, Emilia ha vissuto sempre sentendosi esclusa da molte cose, anche da suo marito, falle capire che lei conta per te in questo modo…. Dovete condividere tutto gioie e dolori…”
    Martino:”Grazie Antonio…” Antonio gli sorrise, e Martino andò verso la stanza di Emilia…
    Martino:”Devo parlarti….” Si avvicinò a lei… “A Rivombrosa sta accadendo qualcosa di molto brutto…”
    Emilia:”Finalmente me ne parli… coraggio ti ascolto….” Martino iniziò a raccontarle tutte le cose strane successe…
    Martino:”… stasera rientrerò tardi voglio trovare Dorina e Maria… dobbiamo…”
    Emilia:”Martino… sta attento…” disse accarezzandogli il volto… la giovane si lasciò prendere la mano e lui la baciò…
    Martino:”Te lo prometto… non accadrà nulla…. Tu però non star in ansia…”
    Emilia:”L’uomo che amo va’ in cerca di una banda di briganti… come potrei non esserlo?”
    Martino:”Guardami… non permetterei mai che mi accadesse qualcosa… perché devo sposarti, e devo veder crescere nostro figlio… quindi puoi stare tranquilla…” Emilia lo baciò….

    A Venezia quella sera Andrea, era pensieroso riguardo tutto quello che era successo…
    Agnese:”Mi spiace se avessi saputo del libretto…”
    Andrea:”Non è colpa tua anzi… sono felice ora non c’è più niente da dire o ascoltare… certo sentire tutte quelle cose su mia madre… e pensare che possono corrispondere a verità…”
    Agnese:”Andrea… io… credo sia la verità… ”
    Andrea:”Anche io sai… se mi ha ingannato nei tuoi confronti l’avrà fatto anche con mio padre… ma lui doveva lottare per me…”
    Agnese:”Andrea non è facile lottare… soprattutto se il nemico è Lucrezia Van Necker….”
    Andrea:”Tu ne sai qualcosa vero?” disse toccandogli dolcemente il mento e alzando il suo capo per riportare il suo sguardo di fronte a lui…
    Agnese:”Si… quando ero a Napoli, tua madre ha provato in tutti i modi ad impedire a mia madre di salvare la sua tenuta ma alla fine non c’è riuscita… è arrivata persino a…”
    Andrea:”Dimmelo tesoro… dimmelo… ti prego io posso farcela…almeno aiutami a conoscere la mia vera madre, di te mi fido… più che chiunque altro…”
    Agnese:”… mi ha rapito… per ricattare mia madre, me e la mia balia…e credi mia madre non abbia lottato… ma è stato difficile…Andrea tuo padre ha sbagliato… è vero ma… lui voleva averti accanto… è vero la storia di quel libello è terribile… ma… ”
    Andrea:”Lei ti ha rapito! Io credo davvero che mia madre in realtà non l’ho mai conosciuta….”
    Agnese:”Forse nemmeno lei ha mai capito se stessa… ”
    Andrea:”Mio padre… perché non ricordo nulla anche solo una piccola cosa…”
    Agnese:”La lontananza avranno cancellato il suo ricordo…”
    Andrea:”E quella lettera che mi ha mandato quando tutta Venezia rideva su quelle pagine…Mia madre come può averla intercettata al posto mio… ”
    Agnese:”Nulla con lei lo era fidati…” Andrea andò a sedersi e fece un lungo respiro…
    Andrea:”Ho bisogno di pensare attentamente a cosa fare con lui…”
    Agnese:”Andrea… ricordi quando chiedesti la mia mano a Martino?”
    Andrea:”Certo… ” disse sorridendo….
    Agnese:”Dicesti che l’amore che avevi provato per tua madre non bastava a perdonarla…”
    Andrea:”E non basterà mai ora poi!”
    Agnese:”Potrebbe bastare per tuo padre? So che sei combattuto…”
    Andrea non le rispose… preferì cambiare argomento… quella notte mentre era nel letto con Agnese stava accarezzando i lineamenti del suo volto così distesi mentre lei dormiva…di colpò ripensando alle parole di suo padre capì chi poteva aiutarlo…
    Andrea:”Angelica!” disse di colpo sorpreso…Arrivato nelle cucine la trovò per sua fortuna ancora alzata..
    Angelica:”Marchese…”
    Andrea:”Angelica… ho parlato con mio padre oggi…”
    Angelica:”Sono felice per voi marchese…”
    Andrea:”Angelica tu sai tutto vero… ”
    Angelica:”Io so solo qual è stata la vostra vita…”
    Andrea:”Allora dovrete aiutarmi…vi prego…”
    Angelica:”In che modo….”
    Andrea:”La storia che lui mi ha detto è la verità io e lui abbiamo vissuto insieme in questo palazzo…?”
    Angelica:”Marchese… è passato molto tempo io non ricordo molto non lavoravo sempre qui venivo solo poche ore al giorno…” Andrea guardava Angelica e capiva che le stava mentendo non sapeva dire le bugie… “Ricordate quando da piccolo andavate nei sotterranei dei palazzi perché vi sentivate a vostro agio?”
    Andrea:”Certo… lo facevo fino a poco tempo fa… ma mia madre non voleva…”
    Angelica:”perché lei vi teneva nascosto qualcosa…”
    Andrea:”Cosa Angelica parla!!!”
    Angelica:”Venite…” lo portò dopo le stanze della servitù in un ala del castello completamente fredda e buia… ma Andrea spesso era stato lì… “Entra… ti lascio solo se sarà destino… troverai le risposte che cerchi….” Andrea titubante entrò con un portacandele per la luce… era una stanza abbandonata forse una stanza di qualche altro membro della servitù non vedeva come la cosa potesse aiutarlo… si guardò intorno ma non vide nulla… in terra trovò di colpo un baule lo aprì… ma non vi era nulla… quando stava per uscire notò che c’era un armadio… ma non vi trovò niente… sconsolato si rassegnò… ma di colpò dietro la porta vide un baule di legno, rovinato lo spostò… mettendolo al centro della stanza… Quando lo aprì ad Andrea le mani iniziarono a tremare… Tutte le risposte che cercava avevano una spiegazione… La verità era venuta a galla…

    Agnese allungò una mano sul letto e sentì che era ancora caldo ma vuoto… Andrea si era alzato… spesso capitava che per via dei suoi pensieri si alzava e andava alla finestra della loro stanza ma quella notte non fu rassicurata dal vederlo nella stanza… si mise uno scialle addosso e uscì chiedendosi dove fosse Andrea… percorse le ampie sale buie arrivò nel corridoio illuminato da qualche candela… e lo chiamò a bassa voce non sentendo risposta… scese di sotto lungo il grande scalone prendendo con se un porta candela…Arrivò nelle stanza della servitù notò che vi erano troppe luci per essere piena notte, nonostante questo nessuno si aggirava da quelle parti… da lontano vide che tra le varie stanze una luce usciva da una porta si notava perché intorno vi era buio totale… Agnese aveva paura ma proseguì camminò finchè non si ritrovò anche lei davanti alla stanza vide Andrea piegato davanti al baule con la luce posata in terra sembrava stesse piangendo… si avvicinò… si abbassò e gli mise una mano sulla spalla… Andrea in lacrime la guardò voltandosi…
    Andrea:”Lui era mio padre…” disse semplicemente… stupefatto nel trovare in quel baule i suoi giochi d’infanzia di cui suo padre aveva parlato… la spada di legno, e quella farfalla ancora intatta nonostante fosse rovinata dal tempo… Agnese guardò e vide che fra le mano di Andrea c’era anche una lettera sbiadita… la lesse… era proprio la lettera che Alberto diceva d’aver scritto ad Andrea con quelle parole… Era come se Lucrezia avesse chiuso tutto ciò che potesse riguardare suo padre in quel baule… Andrea si lasciò abbracciare da Agnese… sconvolto dall’aver finalmente appreso la verità…
    Agnese:”Ora sai tutta la verità amore mio… ci sono io con te…” Lo strinse ancora più forte… sapeva che Andrea dentro di se stava rivivendo tutta la sua vita, le bugie di sua madre gli inganni, le sofferenze le lacrime i silenzi…
    Andrea:”Ho passato giorni chiedendomi cosa avessi fatto di tanto brutto per farmi rifiutare da mio padre… invece… lui mi voleva…” Andrea tentò di riprendersi ma le lacrime sgorgavano da sole…
    Agnese:”Certo…Andrea guardami… non sei stato tu a scegliere… ora però puoi farlo…”
    Andrea accennò ad un sorriso e si lasciò asciugare le lacrime con una parte della veste di Agnese…
    Andrea prese quel baule e lo portò con se nella sua stanza… Restò a fissare tutto quello che c’era dentro per tutta la notte e raccontò ad Agnese tutta la sua infanzia fatta di incertezze e timori…

    Passarono due giorni… e Andrea turbato ancora per tutto quello che aveva scoperto si stava riprendendo grazie all’aiuto di Agnese e del suo amico il conte Besci… lo stesso conte che per quella sera stessa avevano invitato a cena… Quella mattina Agnese era nelle cucine che preparava un dolce con l’aiuto di Angelica…
    Angelica:”Come sta il marchese?”
    Agnese:”Meglio anche se credo per lui sia qualcosa di difficile da accettare ora ha capito chi era sua madre stanotte lo sentivo sospirare preso nei suoi pensieri… ma sono certa che appena riabbraccerà suo padre starà bene…”
    Angelica:”Lui non può ricordarlo ma era davvero spensierato quando era con lui…”
    Andrea:”Ti ho trovato finalmente!!!” disse entrando in cucina sorprendendo le due….
    Agnese:”Perdonami tesoro…non ti ho detto che sarei venuta ad aiutare Angelica…”
    Andrea:”Non preoccuparti…stai cucinando?” disse divertito…
    Agnese:”Certo, un dolce per questa sera… non ti fidi di me?”
    Andrea:”Non ho mai assaggiato qualcosa che avessi preparato tu…”
    Agnese:”Vedrai che ti piacerà sono brava… mia madre mi ha insegnato molto…” Andrea sorrise ad Agnese… “Stai uscendo?”
    Andrea:”SI vado da mio padre…” Agnese alzò la testa sentendo che lo chiamava così apertamente per la prima volta…
    Agnese:”Mi cambio e vengo con te…”
    Andrea:”No… Amore mio non preoccuparti… continua pure con Angelica sto bene… davvero ho bisogno di parlare con lui…”
    Agnese:”Come preferisci….” Disse abbassando il viso… Andrea e andò vicino e la spostò stringendola a se…
    Andrea:”Non voglio escluderti…anzi ti ringrazio per la spinta che mi hai dato a parlare con lui…adesso però ho bisogno di parlare a mio padre di dirgli quanto mi è mancato… e che se avessi conosciuto prima mia madre forse…” Agnese gli mise un dito sulle labbra per zittirlo…
    Agnese:”Sarò qui ad aspettarti quando tornerai… ti amo…” la baciò e uscì…
    Mentre scese per le scale arrivando in cortile un servo andò verso di lui porgendogli una lettera Andrea andava di fretta così la mise in tasca e si diresse al palazzo di suo padre…

    Rivombrosa.
    Martino era nella chiesa del borgo, tutti gli abitanti erano appena usciti avevano celebrato una funzione per chiedere aiuto nelle ricerche di Dorina e Maria… lo stesso Corsini in borghese era presente…
    Martino:”La troveremo…” disse posandogli una mano sulla spalla…
    Corsini:”Le ho fatte cercare per tutte le terre di Rivombrosa in tutti i territori abbandonati ma niente… non capisco non possono essere svanite nel nulla…a meno che…”
    Martino:”A meno che cosa?”
    Corsini:”Qualcuno non protegga queste persone qualcuno di nobile intendo….” Martino lo guardò perplesso…
    Martino:”Chi potrebbe mai…”
    Corsini:”Se lo sapessi non sarei qui ma state certo signor conte che le ritroverò….” Uscì scosso e si diresse a cavallo al forte…
    Martino dopo poco rientrò a Rivombrosa…
    Emilia:”Ci sono notizie?”
    Martino:”Nessuna…” Emilia s’intristì… “Coraggio non essere cupa…”
    Emilia:”C’è un uomo nell’altra stanza che ti sta aspettando… dice che deve parlare con te e lo manda il marchese Van Necker…” Martino la guardò perplesso…
    Martino:”Coraggio andiamo…” disse prendendola sottobraccio… Arrivati nella stanza… il giovane borghese si alzò in piedi…
    Giacomo:”Signor conte… perdoni l’intrusione sono il pittore Giacomo Brunelli…”
    Martino:”State comodo mi è stato detto che venite a nome del marchese Van Necker…”
    Giacomo:”Esatto mi ha chiesto di consegnarvi questa lettera dicendomi che avreste saputo cosa fare…” Martino senza capire bene cosa accadesse aprì la lettera insieme ad Emilia leggendola insieme si guardarono felici al pensiero di ciò che Andrea aveva in mente…
    Martino:”Mia sorella sarà felice di ricevere questo regalo per il suo compleanno… Andrea si è mosso per tempo in effetti….” Giacomo gli sorrise…
    Emilia:”Portalo subito così vedrà dove deve lavorare e inizierà…”
    Martino:”Certo se volete seguirmi vi daremo un buon cavallo e un posto a palazzo così Agnese non sospetterà nulla e ogni giorno porterete avanti questa sorpresa favolosa…”
    Martino sorrise e uscì seguito dal pittore…

    Andrea nel frattempo era arrivato a palazzo da suo padre… Quando si fece annunciare notò che un medico stava uscendo dal palazzo…
    Andrea:”Il marchese sta male?”
    Medico:”Le sue solite crisi… ho ripetuto più volte al marchese che le sue abitudini col tabacco non gli porteranno nulla di buono…”
    Andrea:”Grazie…” salì di sopra e suo padre se lo ritrovò davanti di colpo era veramente commosso… Andrea vedendolo stanco e affaticato lo abbracciò senza dire una parola… le lacrime gli vennero agli occhi ma le fermò…
    Alberto:”Andrea…credevo che non ti avrei più rivisto…”
    Andrea:”Ho trovato la spada di legno, e la farfalla… io davvero non potevo immaginare…”
    Alberto:”Andrea… sono un uomo vecchio e malato… non so quanto tempo mi resta ma voglio trascorrere più tempo possibile con te e tua moglie…soprattutto con te figliolo… non dire più nulla sul passato…”
    Andrea:”come vuoi… papà…” Andrea lo disse quasi in modo spontaneo sapeva che neanche i figli riconosciuti chiamavano in tono tanto amichevole il proprio padre perché spesso si dava del voi ma a lui era venuto naturale…
    Alberto:”Non sai quanto ho sperato di sentirtelo dire…”
    Andrea:”Ho ricordato una cosa…ma non ne ho la certezza… nel giardino del palazzo dove vivo ora… ci sono delle primule e delle margherite è lì che avete preso quella farfalla vero, era lì che io aspettavo sempre…” Alberto commosso nel sentire i ricordi di Andrea gli mise una mano sulla spalla… subito dopo fu colpito da forti attacchi di tosse Andrea lo aiutò a sedersi…
    Andrea:”State bene…”
    Alberto:”Non preoccuparti…ora che ti ho ritrovato non ho nessuna intenzione di andarmene…”
    Andrea:”Vi voglio nella mia vita, per questo se volete questa sera potrete venire a palazzo a cena… vorrei avere mia moglie, mio padre, e il mio caro amico allo stesso tavolo…”
    Alberto:”Ci sarò…”
    Andrea:”Ora è meglio se riposate…” così dicendo lo salutò… e tornò dalla sua Agnese, arrivato a palazzo si ricordò però della lettera la estrasse e la lesse velocemente… quelle parole lo colpirono più di quanto avrebbe immaginato….
    Agnese:”Andrea… sei tornato… come sta tuo padre?”
    Andrea:”Non molto bene anche se credo che non lo ammetterà mai con me…Credo di aver capito da chi ho preso la mia testardaggine e il mio orgoglio…”
    Agnese:”Abbiamo svelato uno dei tuoi tanti misteri…” Andrea rise poi ripenso alla lettera di Martino…
    Andrea:”Amore…”
    Agnese:”Dimmi…”
    Andrea:”Credo sia il caso di ritornare a Rivombrosa…” Agnese lo guardò sorpresa…
    Agnese:”Hai appena riabbracciato tuo padre!!!”
    Andrea:”Si ma manchiamo da giorni e giorni, sai Emilia non stava molto bene… a Venezia possiamo sempre ritornare…”
    Agnese:”Certo ma mi piaceva stare qui con te…”
    Andrea:”Anche a me… ma credo sia meglio così…Partiremo domani…”
    Agnese:”Domani!?” disse stupita…
    Andrea:”Si… stasera verrà a cena mio padre e anche Federico li avviseremo…”
    Agnese:”Andrea… sicuro vada tutto bene? Questa decisione di colpo…”
    Andrea:”Tranquilla voglio solo tornare a Rivombrosa con te… a Venezia verremo di nuovo te lo prometto….”
    Agnese:”Bene vado a preparare i bagagli…” Agnese salì verso le scale e Andrea la seguì con lo sguardo… di colpo la vide trattenersi verso la parete e corse da lei…
    Andrea:”Agnese.. va’ tutto bene?”
    Agnese:”SI… si mi gira solo la testa…non ho mangiato nulla da stamattina sarà per questo…”
    Andrea:”Non posso lasciarti sola vedi… coraggio ti porto sopra io… e mangerai qualcosa subito…” Andrea la prese in braccio e Agnese felice lo baciò…

    Torino.
    Nelle terre lontane dalla corte in un palazzo molto antico degli uomini si aggiravano per i sotterranei…
    Saval:”Avete dato loro del cibo?”
    Uomo:”Certo signore.”
    Saval:”Bene.” Di colpo furono raggiunti da un nobile distinto…
    Marchese Le Mirie:”Il fetore di questo luogo mi disgusta… se non fossi costretto non verrei di certo in questi luoghi desolati…avete già fatto intendere qualcosa…?”
    Saval:”No signore… stiamo attendendo… avete detto che un imboscata sarebbe l’ideale… e lo sarà…il conte ristori ha inviato una missiva al marchese Van NEcker…le nostre fonti sono sicure…”
    Marchese Le Mirie:”Queste fonti sono pronte per muoversi?”
    Saval:”Certo quando verranno a cercare le donne troveranno una bella sorpresa… ”
    Marchese Le Mirie:”Bene… ma fossi in voi darei il benvenuto al suo ritorno in Piemonte a quel nobile sfaccendato…” così dicendo si versò da bere…

    Quella sera la cena a palazzo Van Necker proseguì tranquillamente… Andrea ogni tanto guardava Agnese odiava non dirle le cose ma sapeva che se Martino aveva scritto quelle parole c’era un motivo bene preciso… Federico rallegrò la serata con i suoi racconti molto divertenti nei quali coinvolse anche Andrea…
    Federico:”E’ ora che mi congedi… fate i complimenti alla cuoca… non mangiavo così bene a tempo…”
    Agnese:”Il dolce vi è piaciuto?”
    Federico:”Molto…” Agnese guardò divertita Andrea…
    Andrea:”Ti accompagno…” Il conte Besci salutò Agnese e il marchese Casalegno…
    Andrea:”Amico mio… domani io e Agnese ripartiremo…”
    Federico:”D’improvviso?”
    Andrea:”Purtroppo….sono arrivate cattive notizie dalle nostre terre a Rivombrosa…Agnese però non lo sa…”
    Federico:”Vuoi sempre proteggere chi ami…Ti ammiro per questo… non preoccuparti sono certo che tutto si risolverà mi spiace solo che ancora una volta dobbiamo dividerci… ”
    Andrea:”Puoi venire a trovarci quando vuoi… e trova il tempo di scrivermi amico mio!” lo abbracciò e lo salutò…
    Tornò da suo padre e Agnese…
    Agnese:”Se non vi spiace mi ritiro… sono molto stanca…”
    Andrea:”Si amore mio sei piuttosto pallida…ti raggiungo subito…” le baciò la fronte e la vide uscire…
    Alberto:”Ora mi puoi dire cosa ti fa stare tanto in pensiero…”
    Andrea:”Nulla…”
    Alberto:”Andrea sei mio figlio sei più simile a me di quanto credi…”
    Andrea:”Mi conosci bene meglio di quanto io conosca me stesso…Ho mentito ad Agnese ed odio farlo…”
    Alberto:”Sono certo che se l’hai fatto è perché eri spinto da gravi motivi…”
    Andrea:”Infatti… ripartiremo domani…” disse di gettò Alberto si fermò di scatto…
    Alberto:”Andate via…”
    Andrea:”Vorrei restare più di quanto potete immaginare soprattutto ora che vi ho ritrovato… ma non posso credetemi avevo già una sensazione strana ed ora è anche più forte…”
    Alberto:”Sta tranquillo figliolo… ma sta attento… spesso ho temuto per te…”
    Andrea:”Che volete dire?”
    Alberto:”Quando ti sei trasferito Jacopo ogni mese mi spediva una missiva dove mi informava di ciò che facevi…”
    Andrea:”Quindi sapete tutto…”
    Alberto:”Si…”
    Andrea:”Jacopo… mi manca averlo accanto… mi ha salvato la vita sapete senza di lui io e voi non ci saremmo mai incontrati…”
    Alberto:”Mi spiace per lui… ma non ringrazierò mai abbastanza il suo gesto… Andrea… ti vedo combattuto e vorrei essere accanto a te quando affronterai i tuoi problemi ma non so se ci sarò…”
    Andrea:”Aspettate io…” Alberto lo zittì ed estrasse dalla tasca una piccola bussola
    Alberto:”Me la diede mio padre… era un mercante molto importante e molto stimato a Venezia… quando me la diede mi disse che ogni volta che avessi avuto bisogno di un consiglio di affidarmi alla rotta di questa bussola che lo aveva guidato in molte tempeste… se non potrò essere accanto a te figliolo… questa ti aiuterà a decidere… sono certo che saprai come usarla... al momento giusto… saprà consigliarti…” Andrea lo abbracciò e prese la bussola con se…
    Alberto:”E’ il momento dei saluti dunque…”
    Andrea:”Purtroppo ma potrete venire quando vorrete…”
    Alberto:”A presto figliolo… spero di poterti raggiungere un giorno…” Andrea gli sorrise e lo salutò…
    Si avviò verso le sue stanze e si sistemò per andare a letto c’erano già i bauli pronti per la partenza… Andrea riprese la lettera di Martino, cosa poteva essere mai successo da spingerlo a richiamarli a casa e perché Agnese non poteva saperlo, tutto questo non lo aiutava… si mise a letto accanto ad Agnese che dormiva profondamente la baciò sulla guancia…
    Guardò la bussola la capovolse e la riportò davanti a se… guardò cosa indicava… la sua sacca… appoggiata alla sedia… Quella sacca conteneva solo una cosa… La maschera dello Sparviero…Possibile che il destino gli riservasse ancora quella strada?
    Andrea non poteva saperlo. Ma quella notte quel pensiero non lo lasciò riposare. Se avesse dovuto scegliere tra infrangere una promessa o andare contro i suoi ideali di giustizia e libertà cosa avrebbe fatto….

    ...fine capitolo....
     
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