DISTURBI ALIMENTARI...

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    giulio maria berruti forum Jenny

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    INIZIO CON IL PARLARVI DI UN MIO PROBLEMA KE NN è A LIVELLI GRAVI MA KE è SEMPRE PRESENTE NELLA MIA VITA SIN DA PICCOLA...E VI SPIEGO DI COSA SI TRATTA DALLE PAROLE DEGLI ESPERTI....

    Il problema dei disturbi alimentari sta diventando ogni giorno più importante e urgente: i mezzi di comunicazione di massa gli dedicano spazi sempre più ampi; mentre terapeuti e ospedali hanno a che fare con un numero di casi in continua crescita.
    L’anoressia e la bulimia sembrano essere i disturbi della nostra epoca.
    Negli ultimi vent’anni si è andato evidenziando come il problema del sovrappeso e dell’obesità nell’adulto e nel bambino abbia assunto le dimensioni di una vera emergenza sanitaria.

    La letteratura scientifica che si è occupata di disturbi alimentari e di disordini ad essi correlati ha prodotto migliaia di articoli, con una crescita esponenziale soprattutto negli ultimi vent’anni. Attraverso tali ricerche sono state messe in luce relazioni tra disturbi alimentari e ansia di abbandono (Meyer e Waller, 2000),
    depressione (Mansfield et al., 2000; Stunkard et al., 2003),
    disturbi ossessivo-compulsivo (Claes et al., 2002),
    problemi relazionali con i genitori e stili di attaccamento (Ward et al. 2001; Ramacciotti et al., 2001).
    E’ stato riscontrato che i disturbi alimentari possono derivare sia da una predisposizione genetica, suggerita dall’osservazione che certi tratti di personalità “corrono nelle famiglie” (Klump et al., 2001; Wade et al., 2000),
    sia da diversi fattori di rischio ambientali, alcuni dei quali sono esperienze avverse occorse prima dell’insorgenza di tali disordini e osservabili anche in altri disturbi mentali, come abuso sessuale o abbandono (Neumark-Sztainer, 2000; Romans et al., 2001; Molinari, 2001),
    mentre altri includono peculiari tratti di personalità, quali bassa autostima (Mendelson, 2002)
    o perfezionismo (Halmi et al., 2000; Bulik et al., 2003).

    Non esiste una causa specifica per spiegare la natura e l’insorgenza di un disturbo dell’alimentazione, tutti gli studiosi concordano nell’affermare che per spiegarne l’origine sia necessario ricorrere ad un’ottica “multifattoriale”, cioè ricercare un insieme di fattori che concorrono all’instaurarsi e al mantenersi del disturbo.

    Si evidenziano tre tipi di fattori:
    -Fattori predisponenti: quei fattori che, se presenti possono favorire l’influenza delle altre cause, possono essere individuali, familiari, ambientali, socioculturali;
    -Fattori scatenanti: quegli eventi che possono provocare l’insorgenza del disturbo in persone predisposte, es.: malattia di un genitore, separazione, conflitti familiari;
    -Fattori perpetuanti: quei fattori che permettono al disturbo di continuare ad automantenersi nel tempo fino, talvolta a cronicizzare.

    Negli ultimi decenni, quando in campo psicologico si parlava di problematiche alimentari, si faceva per lo più riferimento ai disturbi del comportamento alimentare propriamente detti (anoressia e bulimia). Benchè l’obesità non venga inclusa in questa categoria diagnostica e nonostante non venga nemmeno considerata una vera patologia, attraverso numerosi studi si è riscontrato che esistono numerosi tratti comuni ai tre tipi di problematiche. Si pensi, ad esempio, al disturbo dell’immagine corporea presenti sia nell’anoressia che nella bulimia che nell’obesità, per quanto con diverse caratteristiche; si pensi alle connotazioni di impulsività o al problema dell’autostima.

    A sostegno di ciò, interessanti sono le recenti teorie di Hilde Bruch, di Selvini Palazzoli e Minuchin, i quali, attraverso vari studi, hanno notato come i soggetti con disturbi del comportamento alimentare manifestano sentimenti di inadeguatezza e incompetenza, dovuta alla incongruenza di risposte che ricevono dalla madre sin dalle prime esperienze di vita. In particolare, occupandosi di soggetti con disturbi alimentari, Hilde Bruch ha posto in rilievo una particolare caratteristica psicologica di tali pazienti: un senso paralizzante di “inefficacia” che pervade tutto il pensiero e ogni attività del soggetto.
    A partire, quindi dalle teorizzazioni di Hilde Bruch e dalla letteratura scientifica, è possibile affermare che i soggetti con disturbi alimentari (anoressia, bulimia e obesità) presentano una caratteristica comune: un deficit dell’autostima.
    L’autostima corrisponde all’opinione che l’individuo ha di sé stesso e si organizza sulla base delle proprie esperienze che includono anche il come si è valutati dagli altri con tutte le interazioni che ne derivano.
    L’autostima è considerata uno schema comportamentale e cognitivo appreso, multidimensionale e riferito ai diversi contesti, che si basa sulla valutazione espressa da un individuo delle esperienze e dei comportamenti passati, influenza i suoi comportamenti attuali e predice quelli futuri. Si può esaminare la formazione dell’autostima pensando al sé percepito e al sé ideale. Il sé percepito equivale al concetto di sé: una visione oggettiva di quelle abilità, caratteristiche e qualità che sono presenti e assenti. Il sé ideale è l’immagine della persona che ci piacerebbe essere. La discrepanza tra sé percepito e sé ideale crea problemi di autostima.
    Cooley (1902) afferma che “il sé si forma specchiandosi nelle reazioni degli altri”, quindi se veniamo trattati con noncuranza o disprezzo, o se veniamo giudicati severamente dagli altri, tenderemo di riflesso ad adottare il punto di vista negativo dell’altro che ci viene comunicato.
    Anche Rosenberg (1979) sostiene che le reazioni altrui influenzano in modo decisivo la valutazione che operiamo di noi stessi. Le valutazioni degli altri su di noi, quindi e le loro conseguenti disposizioni ad accettarci o rifiutarci svolgono un ruolo estremamente importante nella formazione e nel mantenimento dell’autostima.
    Nonostante il peso delle valutazioni altrui ci accompagna e ci condiziona, in misura variabile, per tutta la vita, è importante sottolineare quanto peso abbiano le figure di attaccamento nelle fasi precoci di sviluppo del sé e del primo nucleo dell’autostima: il bambino tende a introiettare i valori di riferimento degli adulti significativi, a far sue le loro richieste e aspettative, a condividere i giudizi e gli atteggiamenti che loro manifestano nei suoi confronti. Quindi, le sue prime autovalutazioni coincideranno in buona misura con quelle che gli altri gli trasmettono, anche in modo indiretto e implicito. Soprattutto, la sua sensazione globale di essere o non essere importante, di valere o non valere qualcosa, nascerà dalla percezione di essere o non essere accettato, apprezzato, riconosciuto importante da queste figure di attaccamento. Questo sentimento così elementare è il primo nucleo della sua autostima che, per quanto primitiva, può essere anche molto solida e difficilmente permeabile.
    Una persona con bassa autostima è fortemente motivata a soddisfare il bisogno di relazioni soddisfacenti: essere accettati e approvati dagli altri è per lei di primaria importanza; solo che sembra convinta che il modo migliore per garantirsi l’accettazione sociale sia quello di piegarsi al conformismo, rinunciando a ogni autonomia, iniziativa personale, libertà di giudizio. Crede insomma che, per essere benvoluti dagli altri, sia necessario dar loro ragione, non contrastarli o contraddirli, corrispondere alle loro richieste e aspettative, perché se lei vale poco o nulla è ragionevole essere e mostrarsi dipendenti da loro.
    Le ragioni profonde di queste convinzioni vanno ricercate nella storia delle sue prime relazioni significative. Infatti un bambino che ha una relazione insoddisfacente con la propria figura di attaccamento si trova di fronte a due possibili interpretazioni del problema: può pensare che non riceve amore e considerazione per colpa della persona cara, perché quest’ultima è cattiva, incapace, inadeguata; o, al contrario, addossarsi lui la colpa e ritenersi quindi cattivo, incapace, inadeguato (creando così le condizioni di partenza per una bassa autostima). Di fronte a un tale bivio, sono molti i bambini che preferiscono la seconda strada. La scelta è comprensibile se si tiene conto che, nelle loro condizioni di totale dipendenza, risulta meno minaccioso attribuire la colpa all’interno, piuttosto che all’esterno. Infatti, se il bambino crede che le difficoltà che incontra nel rapporto con la persona cara dipendono da lui, può pensare di avere qualche controllo sulla situazione e sperare di riuscire a migliorarla: basta cercare di fare il buono, di non fare arrabbiare l’adulto, di non arrecare disturbo, di conquistare, con i propri sforzi, la sua benevolenza.
    Concludendo quindi, un’autostima sana è considerata particolarmente importante sin dall’infanzia, perché è proprio durante quest’età che si gettano le basi delle percezioni che si avranno di sé nel corso della vita. La competenza socio-emozionale che deriva da un’autovalutazione positiva può essere una forza che aiuterà il bambino ad evitare gravi problemi futuri. Un’autovalutazione negativa, al contrario è menzionata come una caratteristica associata a molti disturbi, fra i quali i disturbi del comportamento alimentare.
    Sembrano più esposte al rischio di strutturare un disturbo del comportamento alimentare adolescenti di sesso femminile, appartenenti a famiglie in cui già precedentemente un altro membro abbia sofferto di un disordine alimentare (Agras et al., 1999; Cooper et al., 2002) e in quelle dove vi sia una forte motivazione all’affermazione sociale e professionale.
    Nonostante l’adolescenza sia considerata la fase cruciale in cui maggiore è l’esordio di disordini alimentari, è tuttavia frequente riscontrare nell’anamnesi di soggetti con tali disturbi segnali di disagio nei rapporti con il cibo e con il loro corpo ben antecedenti all’età adolescenziale, caratterizzati da periodi di rifiuto del cibo, episodiche idiosincrasie per alcuni alimenti, fasi di nutrizione ristretta ad un paio di varietà di cibi.
    Elementi cruciali sono l’interesse e la centralità che nelle relazioni affettive del bambino viene ad assumere il cibo; il pasto diventa il terreno su cui si giocano i conflitti, le gratificazioni e le manifestazioni d’affetto.
    La preoccupazione per l’alimentazione predomina, nelle cure del neonato, fin dall’inizio della vita. Il bambino, a causa del suo stato di impotenza e di dipendenza totale, deve inizialmente esser nutrito e conquista solo progressivamente quell’autonomia che gli permetterà di nutrirsi da solo. Nel bambino piccolo il piacere di mangiare è legato allo scambio, dato il posto inevitabile che l’alimentazione occupa nei primi rapporti che egli stabilisce con la madre. E’ come se la soddisfazione dei bisogni costituisse per la madre un’occasione per insegnare il piacere al piccolo. Le prime esperienze, quindi, di soddisfazione e di insoddisfazione, di piacere e di dispiacere, di speranza e di delusione, come del resto anche i primi conflitti vengono sperimentati nella relazione alimentare. E’ attraverso la soddisfazione dei suoi bisogni di fame che il bambino apprende a riconoscere e a differenziare in modo esatto i suoi stimoli fisiologici, giungendo a discernerne il significato e ad apprendere i comportamenti adatti per soddisfarli: per questa via egli giungerà alla coscienza della propria identità corporea. Ciò è possibile solo se i genitori considerano il figlio come “un altro da sé” in grado di avere bisogni discordanti dai loro, dalle loro percezioni e concettualizzazioni. Al contrario, una madre iperprotettiva è incapace di concepire il figlio come una persona nel suo proprio diritto. Secondo quest’ottica, i disturbi alimentari vengono definiti non solo dal comportamento di un membro della famiglia, ma dalle interrelazioni di tutti i membri. Secondo le osservazioni di Minuchin (1980) ad esempio, la famiglia anoressica è tipicamente orientata sul figlio che cresce accuratamente protetto dai genitori, i quali si focalizzano sul suo benessere attraverso l’ipervigilanza dei suoi movimenti e dei suoi bisogni psicobiologici.
    Attraverso il proprio corpo il figlio attira su di sé l’interesse della famiglia e sviluppa su queste istanze una vigilanza particolare. Dato che la valutazione di ciò che compie è dominio di qualcun altro egli sviluppa un perfezionismo ossessivo. La sua preoccupazione per l’effetto che esercita sugli altri lo porta ad esitare nel prendere iniziative, a comportarsi nel migliore dei modi e a sentirsi profondamente responsabile nel causare un imbarazzo alla famiglia. A causa di ciò è possibile affermare che i disturbi del comportamento alimentare riflettono modalità particolari di funzionamento familiare, quali la tendenza ad evitare i conflitti, un atteggiamento eccessivamente protettivo dei genitori nei confronti dei figli, una mancanza di regole chiare e di confini tra i membri della famiglia, che risulta da un’eccessiva intrusione di ciascuno negli spazi dell’altro. Inoltre, in tali famiglie sono fortemente incoraggiati e premiati la disciplina e il successo. Hamacheck (1978) ha rilevato che in tali famiglie l’amore manifestato dai genitori è condizionato alla performance del bambino che, a sua volta non si sente mai soddisfatto perché il suo comportamento non è mai abbastanza corretto per guadagnare l’approvazione dei genitori e attua uno sforzo continuo per ottenerla, mostrandosi ultracompiacente, maturo, responsabile e serio ma, esigere da un bambino più di quanto non sia capace di dare lo predispone, come affermato sopra, allo sviluppo di una bassa autostima. …Quindi oggi essere sensibili verso i primi segnali di disagio del bambino verso il cibo o mettere in luce funzionamenti familiari disfunzionali che portano allo sviluppo di una bassa autostima, può aiutare a promuovere interventi di prevenzione già nella preadolescenza, quando il disturbo non è divenuto ancora patologico e quindi grave, ma rivela solo un disagio del bambino verso il cibo.



     
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  2. meghissa
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    Scriciolo,

    tempo fa ho avuto la fortuna di imparare a mie spese che l'autostima è uno dei motori che ci consente di funzionare ed essere felici. Quanto più si è sensibili, tanto più si è esposti al mondo esterno: ci si lascia ferire facilmente dai giudizi, dalle aspettative e dai metri di misura scelti da altri. Giusti o sbagliati che siano. Ci si sente sempre 'inadatti', 'incapaci', mai all'altezza della situazione. Si perde di vista il valore della persona e si finisce per prendere per buone le 'pagelle' che esprimono gli altri.

    La cosa più importante è volere bene a se stessi, perchè - al di là dei nostri difetti e delle nostre debolezze - siamo unici. Non c'è un'altra Meg a questo mondo ... e nemmeno un'altra Jenny. Sei unica e irripetibile... e già per questo preziosa, senza contare tutto il resto... le tue doti, i tuoi punti di forza, la tua capacità di toccare gli altri nel profondo, di cui hai avuto molte conferme in questo forum.

    Io ho fatto il mio percorso anni fa. Ora tu stai facendo il tuo, riscoprendo te stessa. Il sentiero è duro, lo so. Ma quando si arriva in cima, la vista è mozzafiato.

    Ti abbraccio fortissimo...

    Meg
     
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  3. **contessina**
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    io lo capito solo recentemente.........è da qnd ero un adolescente ke ero insoddisfatta del mio corpo.. e cn il passare degli anni è aumentata sempre +....
    nn m piaccio, m faccio schifo..sn troppo grossa
     
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  4. stella1984
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    nessuno è mai soddisfatto di se stessi..ki x una cosa ki x l'altra..
    anke ki è perfetto nn è mai soddisfatto!!!
    io ho sempre pensato ke nn importa se sei bello o brutto fuori, l'importante è essere belli dentro..le persone a cui nn piacciamo sn proprio quelle ke ci giudicano da fuori..
     
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  5. DanydiBergamo86
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    ragazze io non ho questi problemi, ma solo ultimamente ho imparato ad accettarmi per ciò che sono ;) e quindi vi capisco... IO DICO SEMPRE CHE LA BELLEZZA DI UNA PERSONA STA NELLA PROPRIA ANIMA e voi terosine mie siete SPLENDENTI :colcuore: :mb46ha2: OGNUNO DI NOI HA QUALCOSA DI SPECIALE!!!

    (io ho già parlato di me in "vi presento le Berrutine")
     
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  6. ki@82
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    E' VERO JENNY..PURTROPPO NESSUNO SI ACCETTA MAI PER QUELLO CHE è ...VORREBBE SEMPRE ESSERE QUALCOS'ALTRO...QUALCOSA DI PIù...LA BELEZZA STA DENTRO DI NOI..IN CIò CHE SIAMO, NEL NOSTRO ESSERE...LA GRANDE SENSIBILITà VERSO TUTTO QUELLO CHE CI CIRCONDA POI NON AIUTA TANTISSIMO , ANZI...CONTRIBUISCE A FARCI RECEPIRE OGNI COSA...IL CHE VA BENISSIMO SE SI TRATTA DI COSE BELLE...MA QUANDO SI TRATTA DI COSE BRUTTE LA COSA NN VA BENE...A VOLTE BISOGNEREBBE PENSARE PIù A NOI STESSI.....CONCENTRARCI SU COSA C'è DI BELLO NELLA NOSTRA VITA..APPREZZARLA PER CIò CHE DI BUONO CI OFFRE....SENZA PENSARE TROPPO A COME DOVREBBE ESSERE, MA ACCETTANDOLA PER QLLO CHE CI è STATO DATO....TENERCELO STRETTO...
    LA FELICITà SI TROVA NELLE PICCOLE COSE...ED è QLLE A CUI BISOGNA PRESTARE ATTENZIONE OGNI GIORNO...PERCHè SOLO QUANDO TI VENGONO A MANCARE TI ACCORGI CHE ERANO IMPORTANTI....


    concludo dedicandoti qsto video bellissimo che ho trovato su you tube...te lo dedico in pieno...ogni parola tesoro...


    Frasi di amicizia by Follettarosa




    :tvtttb: :abbracc:



    Scritte by Follettarosa





     
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  7. fradmin
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    ...leggo con amarezza e mi rivedo io qualke anno fa..leggo nelle vostre parole le emozioni che provavo io...quella sensazione brutta ke si sforza a farla diventare bella...Si sn stato prima anoressico e poi bulimico..tutto x uno stupido provino!! Pensate portavo la 44 e avevo 13 anni quando andai..ero già magro e mi dissero ke ero grosso e da lì il trauma + grande della mia vita...sono arrivato alla taglia 40! Q"uesto è durato 1 anno e mezzo quando finalmente ho capito...ke ero meglio prima, che mi piacevo di +..Fortunatamente sono guarito e ora mi piaccio tantissimo..E' dura ma si può riuscire a vincere l'anoressia e la bulimia!!! Non vi preoccupate se siete grosse che non è vero!!! Xk l'aspetto fisico non conta molto...quello ke conta è l'anima..e mi riferisco a te contessina..hai un'anima bellissima..non ti curare del tuo aspetto fisico xk solo gli stupidi ti potrebbero giudicare x quello...UN VERO AMICO TI ACCETTA PER IL TUO CARATTERE NON PER L'APPARENZA!!!!NON FATEVI INGANNARE XK SONO PERSONE SQUALLIDE..Amate voi stessi...
     
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  8. DanydiBergamo86
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    grande fraaaaaaa
     
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  9. Andrettino
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    Fra sei il primo ragazzo (no forse il secondo) con il quale parlo di questo problema sicura di essere capita perchè "l'hai provato"...
    Ho già detto che ho un passato da "quasi" anoressica, ed è incredibile come le dinamiche siano sempre quelle, come le persone che vengono colpite da questa malattia psicosomatica abbiano in comune parecchi tratti della personalità e persino il loro vissuto in certi tratti combacia...
    Purtroppo il discorso dei "belli dentro" e dell'amico che ti apprezza per come sei dentro non aiuta finchè non ci si rende conto di quanto siamo importanti per noi stessi e per chi ci vuol bene. Se chi si definisce "brutto" si rendesse conto che nella realtà moltissimi "brutti" hanno riscontri positivissimi nel lavoro, nell'amore, e che persino molti personaggi dello spettacolo non sono poi così "splendidi" ma apprezzati per "un insieme di cose" probabilmente inizierebbero a vedere le cose con altri occhi... Ma parlare di "bellezza interiore" a chi si definisce come Jenny (che dice di non volere che arrivi l'estate perchè si vergogna a "scoprirsi") o come Contessina (che dice di fare schifo perchè è troppo grossa) provoca purtroppo solo insofferenza e ancora più dolore, perchè è come se dessimo loro conferma della loro sgradevole "presenza" fisica. Diciamolo: a chi viene in mente di parlare di bellezza interiore guardando Giulio o Anna? Ovviamente sto parlando di "prima occhiata", poi è chiaro che pur con la superficialissima conoscenza che abbiamo di loro la loro disponibilità e bellezza d'animo saltano all'occhio, ma è certo che se uno vede solo la loro foto, per la prima volta, mica parla di quanto sono disponibili, alla mano, simpatici e altruisti!!!! Per chi si sente inadeguato fisicamente il problema è accettare e valorizzare la propria imperfezione (umana e di tutti) fino a farne una caratteristica irrinunciabile di sè. Serve TANTO lavoro interiore, serve chi o cosa ti da un scossa e non ti lascia in un angolo a piangerti addosso ma se necessario ti assesta un bel calcio nel deretano e ti smuove un po'...E a volte serve l'amore di qualcuno che non si lascia convincere dai tuoi vaneggiamenti sulla tua presunta bruttezza ma ti ama "all inclusive". Chissà se riesco a spiegarmi... Quello che è sicuro è che tutte le persone che trovo qui hanno qualcosa di speciale, veramente, e tutto questo è possibile grazie al lavoro di Jenny (e Yle, off course!)...quindi convinciti, fatina, che sei bella dentro e fuori... E anche tu, Contessina...hai un viso bellissimo, i chili non sono "bruttezza", e se te ne convincerai vedrai che potrai liberarti dalla tua corazza...sono sempre convinta che purtroppo il problema non siano i kg, ma la paura che hai di "lasciarti vivere" a causa del problema di salute che hai, e che nessuno finora ti ha fatto affrontare e superare...Ma credici, ce la puoi fare, non farti tarpare le ali, vola vola VOLA!!!! Fra...a parte che quelli brutti sono decisamente diversi da te, ma questo spero di non dovertelo dire io (!!!!!) sei veramente un ragazzo speciale, e spero che al mondo ce ne siano altri come te...Abbiamo bisogno di maschietti sensibili e "pieni di cuore"!!!! Baci
     
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  10. ghigas
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    Il percorso è arduo infatti, l'autostima è fondamentale per una vita psicologica sana e soddisfacente...purtroppo quello che c'è intorno a noi non aiuta affatto anzi....il mito della bellezza esteriore, il mito del successo a tutti i costi, il mito della ricchezza ecc...non fanno altro che relegarci nel nostro angolino di piccola quotidianità mandandoci in crisi per un buchino di cellulite....io il mio percorso l'ho fatto, ma sono molto preoccupata per mia figlia...spero di essere una madre quanto meno adeguata
     
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  11. Berrutina89
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    Grazie per aver condiviso con una parte della tua vita ciccia..e ringrazio a voi tutte per esservi aperte...anche io non mi piaccio....e non ho molta autistima di me stessa...mia mamma me lo dice sempre:se tu credessi un pò di più in te stessa..staresti bene!!!ed è vero...ma ci sono persone molto più grandi e mature di me...che dovrebbero capire...aiutarti ed invece mi fannos entire diversa...stupida...inutile...e questo per ujn carattere come il mio non è di aiuto..lo so che dovrei reagire e credetemi cerci di farlo..ma poi arrivo ad un certo putno e dico:ma forse quello che dicono e penasno queste persone di me è vero..forse davver non sono capace.....ops scusate sto andando un pò fuori tema...mi sono collegata al fatto dell'autostima....scusate
    per il fatto dell'alimentazione come vi ho già racocntato lo sto passando con mia cugina ed è una cosa bturrissima...sto ecrcando di starle il più vicina possibile..e forse quello che faccio per lei non è mai abbasstanza...perchè lei è il mio amore...e vederla che non si accetta..mi fa una rabbia incredibile...perchè è una persoa stupenda...
    Jenny amore lo so quanto stai soffrendo...vorri poterti stare vicina vicina...e credimi lo sono con la mente,con il cuore e con l'anima..ti voglio bene
     
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  12. sisterchris88
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    Ognuna di voi ha scritto delle cose molto vere con cui concordo...
    Oggi mi rendo conto guardando in giro che molte ragazze sono vittime dello stereotipo della belezza che questa società ci impone e la cosa mi fa molta penaa perchè vedo ragazze molto belle che si rovina a dimagrire fino a essere ricoverate per essere perfette...
    Ma cos'è la perfezione? la taglia 40? o ancora meno?
    Non credo... così come non credo alla parola perfetto,,, non in quel senso.. credo che chiunque voglia veramente a qualcuno deve accettarlo così com'è con i suoi pregi o difetti non è scritto da nessuan parte ciò che è bello e ciò che non lo è e spesso dietro a persone fragili per colpa di questa situazioni ho trovato ANIME PURE E BELLE...di quelle che ti regalano emozioni con un solo sguardo...
    L'altro aspetto è quello del non accettarsi capisco benissimo cosa vuol dire... anche se io la mia valvola di sfogo l'ho trovata in un altra cosa altrettanato brutta... è importante avere persone accanto in queste battaglie perchè si sa di poter contare su qualcuno che non giudica ma rispetta i tuoi tempi le tue cadute e sarà accanto a te proprio quando l'abisso ti sta portando via... ed è pronto a festegiare quando se ne esce...
    Non è facile accettarsi non lo è per tante persone... a volte anche la persona più sicura porta dentro una tale carica di fragilità che basta poco a buttarlo giù...
    Qui su questo post ho letto di molte di voi.. anche della mi tesorina Jennina che me ne aveva già parlato... Non è facile è un percorso lento ma come dico a jennina oggi un piccol passo domani uno più lungo finchè non si percorre tutto il sentiero ripido e pieno di ostacoli ma una volta arrivate alla cime la vista non deluderà...
    Vi voglio bene ragazze... so che l'autostima è difficile da conquistare... accettarsi è difficile io per prima nonsono affatto soddisfatta di me...
    ma voi siete speciali uniche e quando vi sentita giù sappiate che ci sono persone che vi voglio bene proprio per ciò che siete...
    Jenny tesoro... ti voglio bene... solo questo...
     
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  13. *AleBerrutina*
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    Beh... che dire... avete già detto tutto...
    Però mi espimo anche io, anche se, sicuramente, moltissimi punti combaciano...
    Accettare se stessi è un processo che per alcuni risulta facile..una piccola minoranza.. la maggioranza delle persone, a partire da una età che può variare dallo sviluppo in poi, non si sente ciò che vorrebbe essere...che dovrebbe essere per i connotati di una ''persona-tipo''. o semplicemente per problemi personali.. a cominciare dalla statura, dal fisico... a volte tutti e due... o uno o l'altro...
    Io sono alta 1,55 ... sin dalle elemntari sempre la sono stata la più basssa, ancora adesso al terzo anno di liceo... e mi sento giudicata più piccola di quel che sono...di quel che non dimostro dall'esterno. Già. L'esterno... come dico sempre...l'apparenza è solo lo strato superficiale di una persona.. quella cosa per la quale tutti, all'inizio, forse affrettano giudizi. Ma per i problemi alimentari, per le persone colpite...(soprattutto).. è molto importante essere considerati dal cuore.. A volte la gente giudica affrettatamente... e uno ci sta ancora più male...
    E' stato interessante leggere tutto quello che hai scritto, Jenny. Soprattutto la parte delle cause...degli "essere" e dei non "non essere".
    Anche io vengo colpita da persone che mi giudicano dall'esterno...ci rimango male...ma so che le persone che mi vogliono bene sono altre, e non lo farebbero mai. Perchè mi ACCETTANO. Almeno loro. e Grazie a chi mi accetta...ho cominciato ad accettare IO..me stessa. E' un percorso in salita, scalini ripidi...ma quando ingrani la marcia, la volontà giusta..anche se con fatica..arriverai al risultato. Per te e chi ti ama..
    per chi ha quel ''cuore buono'' che è la prima cosa che importa per una relazione tra persone. amicizia, amore...quant'altro...
    Mangio poco...Fra si arrabbia sempre... ma è dovuto al nervosismo scolastico, alla mia situazione famigliare che da due anni cerco di accettare... ma cammino...corro...corro verso quel traguardo. Nella speranza di raggiungerlo, con chi amo.
    :abbracc:
     
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  14. ROXY-GIULIOLOVERS
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    Ciao a tutte questa non è la prima volta che scrivo da voi io sono Roxy mi sono ritrovata a
    leggere questo argomento che tocca anche me!Ringrazio a jenny per averlo postato
    mentre leggevo mi veniva la pelle d'oca! l'unico consiglio che posso dare a tutte
    quelle ragazze che si ritrovono ad avere questi disturbi e avere la forza di ricominciare
    e ritornare a vivere bene. Con pazienza ed amore.
    Io posso dire che molto tempo fa senza l'aiuto dei miei genitori soprattutto della mia
    mamma non sarei qui. Senza aver scoperto quali erano i miei dubbi e le mie paura non
    sarei qui. Io dico grazie alle persone che continuano a starmi vicino perchè chi ha
    sofferto un po' di questa cosa ti lascia sempre un segno indelebile dentro! Adesso mi
    faccio forza per staresempre meglio e quello che mi da la grinta è proprio l'amore di
    mia madre
    Tutti abbiamo bisogno di amore,per andare avanti nella vita, ma le persone
    con qualche debolezza in piu' ne hanno piu' bisogno. E' importante
    capire prima i motivi,e conoscerli questo ti aiuta ad affrontarli.
    A me ad esempio ha aiutato pensare,che se devo vivere, non voglio vivere così.
    Se tutti pensano che basti rimuovere un angolo del cervello i dolori questi poi passano.
    Ma non è cosi facile, come sembra!dietro a tutto ci stanno molte cose
    Stare bene con se stessi e volersi bene davvero è la prima cosa da imparare.
    Se non ami te stesso ,non potrai amare nessuno. grazie per lo sfogo è la prima volta
    che ne parlo in pubblico!
     
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  15. Andrettino
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    Ragazze (e ragazzi, non dimentichiamo il nostro maschietto!) in tutte le persone che soffrono di disturbi alimentari, problemi legati all'autostima, trovo in realtà esseri umani dalle profondità davvero insondabili dai più, perchè è molto più facile "bollare" uno come "grasso", "secco", "brutto", "bello", "strano"e giudicarlo per come si presenta, piuttosto di verificare che tipo di persona ci si trova davanti. Visto che mi sono esposta ed ho espresso pareri, mi sembra doveroso "darvi" un po' di me...Come sono fisicamente? Sono 1.67, cicciotta (non so quanto peso di preciso, io e la bilancia abbiamo "rotto" definitivamente sedici anni fa) castana scura, occhi marroni scuri, la mia identità è sempre passata attraverso il mio "sederone". A quattordici anni ero alta come ora, ma pesavo circa 85 kg. La mia corazza di difesa dal mondo. Il grande bisogno di essere accettata "universalmente", di amore, di espormi alla vita e alle immancabili "sberle" che essa ti riserva era rinchiuso da questa armatura di carne a proteggerne l'estrema fragilità. Una torre (di Babele) di fragilità, lo sono ancora...ma ora ho più armi per affrontare il tutto. Ho affrontato tutto in una volta il problema dei kg, e sono arrivata a 47 kg in 6 mesi, non mangiavo più niente, una mela ed una carota al giorno.Ma le conferme dal mondo dei maschietti arrivavano, e me ne fregavo se tutti mi guardavano come se fossi malata, se i miei professori a scuola arrivassero a pensare che fossi drogata...Il potere che detieni su coloro che hai sempre solo guardato, desiderato, ma mai avuto...Inebriante. Magico. Magari ti usano alla grande perchè in quel momento sei un bersaglio facile, ma il tuo bisogno di conferme e di amore ha un momentaneo appagamento. Senti che persino tua madre, che pur ti rimprovera perchè non mangi, in fondo è orgogliosa e felice di non avere più una cicciona come figlia...ti riempie di vestiti carini, ti lascia uscire con minigonne e tacchi alti, è fiera di mostrarti in giro finalmente come un lavoro ben riuscito e non come una sorta di scarto buono solo perchè "ha cervello" e a scuola va da dio...punto. Non sei più "la secchiona", diventi la farfalla da guardare, da esibire, da catturare. Poi non ce la fai più. Ritorni a mangiare. Troppo. Tutto, anche quello che ti ha sempre fatto schifo. E aumenti. Non come prima, ma torni una comunissima ragazzetta in carne, ben in carne. E ti senti un fallimento, non mancano nemmeno di fartelo notare...la tua stessa madre te lo fa notare...Anni di lotte con la stramaledetta bilancia, con i commenti acidi della gente, con il sarcasmo, con gli sguardi che ti sembrano soffermarsi proprio sui tuoi punti deboli, il senso di inadeguatezza assoluto verso tutto, la paura del rifiuto da parte degli altri che ti fa "recitare" la parte di una te stessa che non sei, poi...capisci che tu sei TU, e meriti di vivere le emozioni, i dolori, le sensazioni che tu stessa ti precludi. Oh, mica è facile...ancora oggi non riesco a vivere "fisicamente" il contatto con le altre persone: per farvi un esempio, potrei essere totalmente incapace di gestire un abbraccio "stritolone" come quelli che sembra fare Giulio alle sue fans...talmente incapace che probabilmente piangerei come una bambina. Quanto lo vorrei, uno che sappia insegnarmi un abbraccio sincero, disinteressato, caldo e accogliente...Anche una, s'intende, perchè non c'entra nulla con la passionalità degli amanti!!!!
    Ancora oggi sono un castello di carta, temo il confronto con gli altri perchè sono convinta di non reggerlo mai...Ma oggi ho al mio fianco due persone che amo talmente tanto che mi violento pur di dar loro tutto ciò che posso, e questo significa anche affrontare tutte le insicurezze...o quasi. Tutti abbiamo dei frammenti di noi che non accettiamo, che vorremmo cancellare, che vorremmo occultare agli occhi del mondo, ma io ho imparato ad amare quel che vedo riflesso negli occhi di mio figlio e di mio marito. So di valere, di contare per loro e per me stessa, anche con la ciccia, con il sederone, con i miei complessi. E ci rido. A quel paese, io rido. Il mio Guerriero della Luce a volte mi fa arrabbiare, mi "maltratta" l'ego, mi prende metaforicamente a calci nel sedere, ma è grazie a lui se ora le mie insicurezze sono diventate fardello di tutti e due.
    Scusate se vi ho "vomitato" tutti i miei incasinatissimi pensieri qui, era più per buttarli fuori da me che per farvi capire qualcosa...mi sono liberata della spazzatura!!!!!!
     
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32 replies since 24/4/2008, 03:24   349 views
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