Perchè la sofferenza?

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  1. .•ˆ•… roxina …•ˆ•.
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    Un testo Contributo di Barbara Benedettaj Grazie!!

    Perché la sofferenza? È questo l’interrogativo che l’umanità si è sempre posto, di fronte alla sofferenza di ogni tempo e a ogni livello. Scrutare per capire le cause dei nostri mali fisici, morali e spirituali. Per tutti, il dolore resta un mistero.

    Vogliamo vedere questo mistero alla luce della fede e del Vangelo di Cristo.

    L’uomo, in genere, di fronte alla sofferenza e alla morte si ribella, perché, avvezzo a godere i piaceri della vita, non vorrebbe né soffrire, ne morire. Pensa, perciò, che i suoi mali e la sua stessa morte fisica, sono causati da Dio.

    In realtà, Dio non aveva creato il male, la sofferenza e la morte, ma ha creato ogni cosa in modo ordinato, perfetto e sano: niente era soggetto a cosumarsi, ad invecchiare, a soffrire e a morire. Dio aveva creato tutto l’universo, chiamandolo all’esistenza e aveva creato l’uomo chiamandolo all’esistenza e facendolo immortale. (Sap. 1,14).

    Il male, la sofferenza, la morte sono entrati nel mondo per invidia del maligno (Sap. 2,24), cioè di Satana, il quale, servendosi di Adamo ed Eva, aveva fatto entrare il peccato in tutto il Creato. Il peccato poi ha portato il disordine, lo squilibrio in tutte le creature ordinate e perfette, per cui ogni essere, compreso l’uomo, è soggetto a consumarsi, ad invecchiare, a soffrire, a morire.

    San Paolo dice che tutto il creato geme e soffre, fino ad oggi, le dogli del parto, cioè soffre a causa del peccato (Rm. 8,22).

    Quindi la causa delle nostre sofferenze e della nostra morte non è Dio, ma il peccato. Il peccato si può considerare proprio come l’anticreazione, perché provoca in noi la morte eterna: esso tronca il legame che ci unisce a Dio, origine e autore della nostra vita. Nell’Antico Testamento, quando una persona veniva colpita da una malattia o da una sofferenza, si diceva che Dio l’aveva castigata, a causa dei suoi peccati personali o di quelli dei suoi genitori. Infatti, i farisei chiesero a Gesù, riguardo al cieso nato, chi avesse peccato: lui o i suoi genitori, perché nascesse così? ( Gv. 9,2)

    In realtà, però, non è così, perché la sofferenza colpisce sia i peccatori che i giusti e gli innocenti. Giobbe, uomo giusto dell’antico testamento e i bambini che soffrono, ne sono la prova più evidente! Soltanto che i giusti e gli innocenti sanno sopportare la sofferenza e sanno utilizzarla, unendola e offrendola insieme alla sofferenza di Gesù.

    Gesù, venendo sulla terra, non ha eliminato la sofferenza, ma l’ha valorizzata. La sofferenza perciò è diventata mezzo di purificazione per coloro che l’accettano senza ribellarsi, uniformandosi alla volontà di Dio. Inoltre, la sofferenza è diventata mezzo di redenzione, perché, chi la offre a Dio per amore, opera per la conversione dei peccatori.

    La sofferenza è diventata, per mezzo di Gesù, la strada che conduce al paradiso. (Lc.9,23). Questa parola di Gesù sono una vera consolazione per chi soffre, perché sa di non soffrire invano, ma continua con la sua immolazione l’opera della redezione di Gesù.

    La prima persona, che ha saputo unire le sofferenze a quelle di Gesù per la redenzione del mondo, è stata la Vergine Santissima. Il vecchio Simeone, nel tempio di Gerusalemme, le aveva predetto le sue sofferenze. (Lc. 2,35)

    Maria le ha sopportate, rinchiudendole nel fondo del suo cuore, senza mai lamentarsi, e unendole a quelle del Figlio suo. È diventata così la Corredentrice e Madre nostra generandoci nel dolore. Gesù è la nostra speranza! Se sappiamo seguirlo su quetsa strada, così come hanno fatto la Vergine Santissima, San Paolo e tanti altri Santi, anche noi avremmo un giorno la Corona della Gloria, dopo . Così si esprime San Giovanni Apostolo nell’Apocalisse (Ap 7,14).

    Nell’ora della prova, offriamo anche noi le nostre sofferenze a Gesù Cristo per la nostra purificazione, per la salvezza dell’umanità, per la santità della Chiesa, per la realizzazione del Regno di Dio sulla terra.

    Gesù rimane per noi l’esempio da imitare. Egli, per tutti i prodigi compiuti nella sua vita pubblica, è considerato il Dominatore di potenze demoniache (guarendo gli indemoniati), il Dominatore delle malattie (fisiche e spirituali), il Dominatore della morte (resurrezione di Lazzaro e della bambina di dodici anni, figlia di Giairo capo della sinagoga).(Gv 11,43, Mt. 9,18, Mc.5,21, Lc.8,40).

    Gesù è il Salvatore, colui che è venuto a salvare tutti noi dalla morte eterna, colui che è venuto a riaprirci, con la sua morte in croce, le porte del Paradiso, chiuse ai nostri progenitori dopo il peccato originale. La salvezza che Gesù ci offre è la vittoria sulla morte, sul peccato e sulla sofferenza.

    Per ottenere quetsa salvezza, è necessaria, da parte nostra, la fede. Solo la fede ci permette di incontrarci con il potere salvifico di Gesù. Egli, infatti, senza la fede non operava miracoli a coloro che a Lui si rivolgevano. Al termine di ogni miracolo, gesù congedava il miracolato dicendo:>. È proprio la fede in Cristo che ci dà la forza di superare il momento della prova e di ritrovare la gioia di vivere, nonstante ci sentiamo quasi schiacciati dal peso della nostra croce.

    Noi sappiamo che rimanendo uniti a Gesù Cristo abbiamo la vita in noi, perché lui è la ; Lui è il ; Lui è il e chi mangia di quel pane (l’Eucaristia) possiede la vita eterna, cioè la salvezza dell’anima. Quindi chi partecipa al Cristo partecipa lla vita e neppure la morte allora farà paura.

    Anche se sappiamo di dover morire, non temiamo più la morte, perché essa è per noi l’inizio della vita senza fine, è la nostra nascita al cielo. La morte è la nostra pasqua Eterna, perché attraverso di essa passiamo alla Resurrezione eterna, prima con l’anima e poi anche con il corpo alla fine del mondo.

    Ecco perché i Santi nella sofferenza gioivano! Essi sapevano che in quel momento possedevano Gesù pienamente e desideravano più volte la morte, per poter abbracciare Cristo di persona. Infatti, San Paolo dice, (Fil. 1,23) Ecco fratelli che soffrite: la sofferenza, la malattia, la morte non ci devono far paura, se restiamo uniti al Cristo. Sappiamo con certezza che queste prove, un giorno, si tramuteranno in gioia senza fine. L’unica cosa che dobbiamo temere è il peccato, perché esso ci separa da Cristo, provoca in noi la morte eterna e ci getta nella disperazione. (cioè Satana)

    Gesù dice agli Apostoli: (Lc. 12,4, Mt.10,28) Quindi, fratelli, cerchiamo di fronte alle malattie, alle prove, alle persecuzioni, alle calunnie e a qualsiasi altro tipo di sofferenza fisica, morale e spirituale... di conservare la nostra fede, sperando in Gesù nostro Salvatore.

    San Paolo continua a dire che le sofferenze del tempo presente non sono assolutamente paragonabili alla gloria che Dio ci manifesterà. (Rm8,18). Tutto il Creato che geme e soffre le doglie del parto (a causa del peccato) aspetta con ansia, insieme all’uomo, che Dio lo liberi dal potere della corruzione, per partecipare alla libertà dei figli di Dio. (Rm. 8,21).

    Gesù è venuto sulla terra, non soltanto per redimere l’uomo, ma per redimere l’universo. Egli è venuto per riportare tutto il Creato nelle stesse condizioni in cui si trovava, prima che il peccato facesse la sua comparsa nel mondo. Cioè allo stato puro, sano, bello, innocente come quando non si conosceva il male, la sofferenza e la morte. Lo Spirito Santo, che abbiamo ricevuto da Dio nel Battesimo, sostiene e alimenta continuamente in noi cristiani (soprattutto in chi soffre) la speranza che un giorno tutti noi saremo col Cristo per non soffrire più.

    :hgcfte: Per tutte quelle persone che soffrono e combattono sempre ogni giorno di piu' per stare meglio e rialzarsi sempre!! La forza di vivere e di stare bene questo è un altro senso importante della vita!
     
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  2. **contessina**
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    forse x essere veramente felici bisogna soffrire.........
     
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  3. ghigas
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    Purtroppo per noi bisogna passare dal dolore per capire l'essenza della vita e la vera felicità....sembra assolutamente un controsenso, un palliativo per cercare di comprendere le motivazioni del dolore...ma non è così: quando qualcuno passa per il dolore diventa automaticamente migliore...è come se si rinasca e si veda la vita da un altro punto di vista completamente diverso ....si notano cose che non si sono mai notate prima, ci si accorge di amare persone che non avevi neanche considerato, e soprattutto si ama la vita stessa, quella semplice, quella degli affetti, quella che davvero ti fa sentire felice...
     
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  4. Berrutina89
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    vi quoto ragazze...grazie roxi
     
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  5. Lory1988
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    purtroppo nn possiamo evitare di soffrire, il dolore arriva ed è inaspettato e atroce pero' dobbiamo pensare che allo stesso modo fa la felicità è improvvisa e fulminea...
    e se la felicità nn la si evita anche se nn si vorrebbe è così anche per il dolore
     
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4 replies since 26/5/2008, 10:42   96 views
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