Capitolo 15 La rosa Rossa

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  1. sisterchris88
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    Eccomi finalmente.... questa volta spero non me ne vogliate il capitolo postato sarà tutto intero mentre lo scrivevo non mi sono mai fermata e non trovavo punti adatti per spezzarlo e mi è sembrato più giusto così quindi sarà lungo ma so che mi perdonerete...
    Anche questa volta vi metto una canzone per leggerlo chi vuole può ascoltarla mentre legge io l'ho sentita spesso per descrivere queste emozioni...anche alla fine del capitolo ci sarà una sorpresa...

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    CAPITOLO 15 LA ROSA ROSSA
    Quella sera Alberto stava cercando di calmare Martino che era corso a Palazzo Van Necker… Luigi stava visitando Agnese…
    Martino:”Dove l’hai trovata?”
    Alberto:”E’ venuta lei qui a palazzo era sulle scale… ho cercato di calmarla… ma lei era semplicemente disperata…” Martino aveva gli occhi coperti da un velo di lacrime… Alberto gli diede una pacca sulla spalla…
    Martino:”Io avrei dovuto fare di più non lasciarla ore e ore sotto la pioggia… sola col suo dolore…”
    Alberto:”Martino… le ultime parole di Agnese mi hanno fatto sperare… parlava di speranza non mollerà non può farlo….e non glielo permetteremo…”
    Martino guardò compiaciuto il marchese Casalegno….in quel momento la porta della stanza dove dormiva Agnese si aprì… uscì Luigi…
    Martino:”Come sta?”
    Luigi:”Ha la febbre…ma è solo perché ha passato molte ore sotto la pioggia….la cosa che mi preoccupa è che non mangia… è come se una parte di lei non fosse più qui…è apatica…”
    Martino:”Infatti una parte di lei non è più qui…”
    Luigi:”Per guarire deve mettercela tutta lei… e noi possiamo solo starle accanto…” Luigi li salutò e andò via...
    Martino:”Vado da lei…” Alberto annuì e restò fuori…
    Entrando Martino la vide subito sul letto… pallida, con i capelli sciolti… la sua sorellina, aveva passato tutta la vita a proteggerla voleva una vita felice per lei non un tortura… si sedette accanto a lei… e le prese la mano… vide sul suo volto i segni del pianto e notò che una delle due mani di Agnese era sul suo ventre… Le baciò la mano… e si accorse subito che Agnese si voltò a guardarlo…
    Martino:”Perdonami…Avrei dovuto trovarti prima…”
    Agnese:”Martino non dirlo… sta tranquillo….”
    Martino:”So che è un momento difficile ma devi reagire ci sono così tante persone che hanno bisogno di te…” Agnese cercò di non piangere…
    Agnese:”Ed io ho bisogno di una persona…”
    Martino:”Lo so… e darei tutto ciò che ho per portarlo qui da te…”
    Agnese:”Fai una cosa per me…”
    Martino:”tutto ciò che vuoi…”
    Agnese:”Torna a Rivombrosa… Emilia e tuo figlio ti aspettano… vai da loro hanno bisogno di te…”
    Martino:”Non ti lascio sola…”
    Agnese:”Non sono sola…” si mise una mano sul ventre e sorrise… “Coraggio vai…”
    Martino:”Prima voglio vederti mangiare qualcosa….”
    Agnese:”Martino…ti aspettano…” Martino non disse nulla le baciò la fronte e uscì…anche se poco convinto… Alberto aveva fatto portare qualcosa di caldo per Agnese…
    Martino:”Non ci riuscirai… è testarda….”
    Alberto:”Anche io lo sono….”
    Martino:”Tornerò domattina”
    Alberto:”Quando vuoi…. ”
    Alberto dopo qualche minuto entrò cercando di non rovesciare il vassoio…
    Alberto:”Posso?”
    Agnese:”Certo…” quando vide il vassoio Agnese fu meno felice…

    Rivombrosa.
    Chiara non era uscita dalla stanza di Federico nemmeno per un istante. Il sonno del giovane conte era spesso disturbato e soffriva per le ferite che aveva. Antonio le aveva lasciato delle gocce di laudano da dargli per calmarlo ma non sembravano placare le sofferenze del giovane. Farneticava parole senza senso e incessantemente ripercorreva con la mente l’ultima immagine di Andrea. Chiara era spaventata sapeva bene che Federico stava male e avrebbe fatto di tutto per non perderlo. Quella sera mentre cercava di sistemargli le coperte fu sorpresa da Emilia…
    Emilia:”E’ commuovente vedere come ti prendi cura di lui…”
    Chiara:”Lui è stato sempre molto premuroso con me… vorrei non doverlo vedere in queste condizioni…è terribile…”
    Emilia si avvicinò a lei e le prese la mano…
    Emilia:”Sei fredda…sei sicura di stare bene?”
    Chiara:”Non preoccupatevi marchesa… ho solo troppi pensieri… se si venisse a sapere che sono qui non passerei un bel momento… ma non c’è altro posto in cui vorrei essere ora se non accanto a lui…”
    Emilia:”Ha bisogno di te…” Chiara imbarazzata abbassò il volto, ma le sue guance erano già segnate da un delicato rossore… “Voi l’amate?” Chiara non disse nulla si voltò verso Federico e lo fissò a lungo… quando rispose alla domanda di Emilia lo fece senza spostare gli occhi dal suo volto…
    Chiara:”Si… lo amo… lo amo molto…Non credevo potesse esistere un legame così profondo con una persona…”
    Emilia:”Sono certa che Federico guarirà perché anche lui è molto legato a te… e sarete felici…”
    Chiara:”La felicità è un dono concesso a poche persone…”
    Emilia:”La felicità la raggiunge chiunque lotti per averla… ” chiara la guardò ammirata…
    D’un tratto si sentì un rumore di zoccoli fuori nel parco… Emilia capì che Martino era rientrato si congedò da Chiara e andò via…

    Palazzo Van Necker…
    Alberto:”Non me ne andrò finchè non ti vedrò mangiare qualcosa…”
    Agnese:”Ora capisco da chi Andrea ha preso il suo carattere…” disse questa frase in modo spensierato ma il solo pronunciare il nome di Andrea la gettò nello sconforto… non riusciva a farsi una ragione di quello che le stava accadendo… Alberto notò subito il velo di tristezza che ricoprì il suo sguardo…
    Alberto:”Ricordi prima di sentirti male cosa mi hai detto? Mi hai rivelato la tua grande speranza…”
    Agnese:”Si.. è vero ma… non basta…”
    Alberto:”Come puoi dirlo!!! Agnese so cosa provi è la stessa cosa che ho sentito vent anni fa quando mi fu strappato mio figlio… non ti chiedo di tornare alla vita di prima… non potrei mai farlo il dolore è qualcosa di lacerante… ma tu non sei sola, tu puoi reagire… io lo so che ce la farai… Hai un bambino per cui lottare… non credi che questa sia una grande ragione per andare avanti? Non puoi permetterti di lasciarti andare perché perderesti anche lui… il legame più forte che tu e Andrea avete…” Agnese stupita ascoltava le parole di Alberto… si sentiva al sicuro… per la prima volta dopo quel terribile giorno in cui quel carro arrivò a Rivombrosa…
    Alberto:”inizia a mangiare qualcosa, a cercare di recuperare le forze… e le cose col tempo andranno meglio… e il giorno in cui riabbraccerai Andrea…” la voce di Alberto commossa s’interruppe…
    Agnese:”Vivrò per quel giorno…” al suono di queste parole Alberto l’abbracciò… dopo Agnese si avvicinò al vassoio e iniziò a mangiare qualcosa sotto lo sguardo felice di Alberto…
    Agnese:”Non credo sia possibile capire ma… ho una sensazione molto forte… Andrea tornerà da me… io ne sono certa come potrebbe non farlo abbiamo un bellissimo futuro… ciò che non mi da pace è che forse ora è da qualche parte ed ha bisogno di me… ma... Andrea è forte vero?”
    Alberto:”Siete tutti e due molto forti…” Alberto restò tutta la notte nella stanza di Agnese vegliando sul suo sonno…
    E guardandola ogni tanto… felice di vedere che la giovane stava cercando di lottare contro il grande dolore che provava dentro…

    Il giorno dopo Agnese si sentiva meglio la febbre era scomparsa.. e aveva chiesto di aprire le tende per vedere la luce del sole… non riusciva a sorridere ma cercava di non lasciarsi andare… non se lo sarebbe mai perdonato se fosse successo qualcosa al suo bambino… quando Alberto andò a darle il buongiorno la trovò in piedi davanti alla finestra….
    Alberto:”Hai ripreso colore!” esclamò entusiasta!!!
    Agnese:”Si… stavo guardando fuori… dopo giorni e giorni di pioggia oggi è sereno… e ho notato anche un meraviglioso arcobaleno… sarei rimasta ore a guardarlo…”
    ALberto:”Sono felice che ti è tornata la voglia di vedere il mondo esterno…”
    Agnese:”Ho una preghiera da farti…”
    Alberto:”Tutto ciò che vuoi…”
    Agnese:”Riportami a Rivombrosa…voglio stare accanto a Federico e alla mia famiglia…stare con loro mi aiuterà…” Alberto non ebbe obiezioni e fece preparare la sua carrozza per accompagnarla di persona a Rivombrosa.

    Torino. Palazzo del marchese Le Miriè.
    Il marchese stava cercando nei cassetti della sua stanza un documento prezioso che sembrava aver perso…. In quel momento entrò Vittoria…
    Vittoria:”Vi vedo agitato…”
    Marchese:”Non lo sono affatto…”
    Vittoria:”Qualcosa mi dice che lo siete invece… ”
    Marchese:”HO DETTO CHE VI SBAGLIATE!!!” disse urlando… Vittoria compiaciuta… si sedete sul divanetto…
    Vittoria:”Non usate questo tono marchese… sembra che tutta la fortuna e il prestigio che avevate stiano cadendo… con voi…”
    Marchese:””Attenta Vittoria… se cado io cadete anche voi…”
    Vittoria:”Questo è tutto da vedere…” il marchese si fermò un attimo a guardarla mentre pronunciava queste parole di sfida…
    Marchese:”Non vi conviene mettervi contro di me…” Vittoria si alzò si avvicinò a lui… fece finta di sistemargli il colletto…
    Vittoria:”Marchese…non temete… non accadrà… badate solo ad una cosa… non prendetevi mai gioco di me… mai… anche voi potreste avere piacevoli sorprese nel mettervi contro di me…”
    Il marchese per la prima volta si sentì minacciato Vittoria sapeva troppo… e tutto ciò che conosceva era contro di lui…Senza contare che la lettera di Loya non era più in mano sua… e il marchese sapeva benissimo chi l’aveva…

    Quella stessa mattina appena rientrati a Rivombrosa Agnese si recò sulle tombe dei suoi genitori… si sedette li accanto… pensierosa…
    Agnese:”Ora capisco mamma… quel dolore che per anni ho cercato di immaginare, quella sensazione terribile che nulla sarà più come prima… è come se mancasse la terra sotto i piedi… Sto male… mamma… ma sto facendo una cosa meravigliosa… avrò un bambino… e questo sarà ciò che aiuterà ad andare avanti… proprio come io sono stata la tua forza lui sarà la mia…”
    Martino:”E’ stupendo sentire queste parole…” Agnese si voltò e vide che Martino l’aveva raggiunta… i due si abbracciarono a lungo… Agnese aveva bisogno di sentirsi al sicuro e protetta come non mai… e Rivombrosa era sempre stata il suo rifugio… nessun luogo avrebbe potuto aiutarla più di quello…
    Martino:”Ora rientriamo inizia a fare freddo…”
    Agnese:”Come sta Federico?”
    Martino:”Non bene… non peggiora ma non migliora…Chiara è con lui…” Agnese lo guardò stupita… “Si non l’ha lasciato un istante da quando è arrivata è stremata quella fanciulla…”
    Agnese salì di sopra e andò subito nella stanza dove riposava Federico… chiara si era addormentata sulla sua mano… Agnese chiuse lentamente la porta e si avvicinò dal lato opposto del letto…. Toccò la fronte di Federico e sentì che era fredda… la febbre era scomparsa…
    Agnese era intenerita da quella scena.. proprio quando stava per uscire Chiara si destò…
    Chiara:”Marchesa!” Agnese la guardò sollevata… lei si avvicinò… “Come state?”
    Agnese:”Cerco di resistere… perché non ti riposi su un vero letto? E vai a mangiare qualcosa?”
    Chiara:”No, non voglio lasciarlo, io voglio essere qui quando aprirà gli occhi…”
    Agnese:”Si.. so cosa vuol dire…” per un attimo i ricordi si stava impadronendo di lei… ricordò Andrea ferito la veglia di Agnese su di lui finchè non riaprì i suoi meravigliosi occhi… e pronunciò quella frase meravigliosa… ‘Non ricordavo quanto eri bella…’
    Tornò alla realtà bruscamente.
    Agnese:”La tua presenza l’ha aiutato non ha più la febbre… e credo che tra poco si riprenderà…”
    Chiara:”E’ vero rispetto qualche giorno fa sta decisamente meglio… ”
    Agnese:”Presto potrete riabbracciarvi…”
    Chiara:”Non credo appena starà bene io andrò via…”
    Agnese:”Perché dici questo?”
    Chiara:”Perché la mia vita non è semplice e io non posso mettere tutti i miei problemi nella vita di Federico…”
    Agnese:”Ma l’amore è anche questo! Condividere tutto… gioie ma soprattutto dolori…”
    Chiara:”Avete ragione…ma Federico non so se mi ama… non è mai riuscito a dirmelo… ”
    Agnese:”Non temere… qualcosa mi dice che è molto legato a te devi avere pazienza… in passata Federico ha affrontato il dolore più grande… la donna che doveva sposare è morta tra le sue braccia… forse non riesce più a dire ti amo per questo… ma un giorno te lo dirà…”
    Chiara:”Siete tutti così cari con me… grazie…” Agnese non disse nulla… le fece cenno di voltarsi… Federico si stava riprendendo… Agnese uscì dalla loro stanza e andò nella sua… dove si lasciò andare ancora una volta ai ricordi… mentre sistemava alcune cose… trovò… il quadretto… quello splendido ritratto di loro a Venezia… sotto la pioggia, felici, innamorati, ma soprattutto insieme… Agnese lo strinse forte al suo petto e si sdraiò sul letto…

    Quando Federico aprì gli occhi cercò subito con lo sguardo Chiara…
    Chiara:”Sono qui…” disse prendendogli la mano…
    Federico:”E’ così bello averti qui…”
    Chiara:”Sono felice che tu ti sia ripreso…”
    Federico:”Ho avuto le cure migliori…prima ho sentito una voce… era Agnese vero?”
    Chiara”Si era lei… sono tutti in pena per te ma ora che gli dirò che ti sei ripreso starà meglio…” Chiara andò verso la porta…
    Federico:”No aspetta!!!” tentò di alzarsi ma non ci riuscì Chiara tornò da lui… e la fece avvicinare al suo viso… l’aiuto coi cuscini ad appoggiare la schiena… così da ritrovarsi faccia a faccia…
    Federico:”Grazie per essere stata qui…e se puoi perdonami per come ti ho trattato è che io… non riuscivo…”
    Chiara:”Non dire altro… non c’è nulla di cui ti devo perdonare… se qualcuno ha delle colpe sono io avrei dovuto dirti la verità sin dall inizio ma avevo paura… perché è tutto molto complicato…”
    Federico:”Allora coraggio spiegami ora… non ti giudicherò non potrei mai farlo perché…”
    Chiara:”Perché?” Federico non riuscì ancora una volta a dire chiaramente a Chiara che l’amava…
    Federico:”Perché so che la tua vita è molto complicata…. Lo vedo nei tuoi occhi che sorridono così poco… vorrei vedere solo felicità sul tuo volto invece sembra che tu vivi in una costante paura…”
    Chiara:”Io vivo in trappola…”
    Federico:”Cosa vuol dire…?”
    Chiara:”Federico io…” lo guardò negli occhi…si bloccò non voleva dirgli tutto… non poteva la sua reazione lo spaventava… si avvicinò a lui… senza sapere cosa stesse per fare e lo baciò, Federico non si tirò indietro… e la ricambiò… ma allo stesso tempo ebbe come una sensazione…
    Quando si staccarono l’uno dall’altra Chiara accarezzò il suo volto…
    Chiara:”Abbi cura di te…” così dicendo uscì Federico sapeva che non l’avrebbe più rivista….
    Era un bacio d’addio ecco perché aveva sentito quella sensazione… iniziò ad urlare il suo nome con le poche forze che aveva…ma non tornò indietro bensì arrivarono Martino, Emilia, Agnese, Antonio… tutti ma non lei…
    Chiara era andata chiese a Titta di riaccompagnarla a casa… e così fece… arrivò davanti ad una piccola baracca fuori dai borghi di Torino, rientrando trovò una sua amica che viveva nella sua stessa condizione…
    Chiara:”Grazie Elena per esser rimasta… non avrei saputo come fare… come sta lei?”
    Elena:”grazie alle medicine meglio… ma stanno per finire Chiara… ”
    Chiara:”Lo so ci penserò io subito… va’ pure ora…”
    Elena:”un’ultima cosa… Lui ti ha cercato, il marchese… dice che deve partire e tu dovrai andare con lui…” Chiara si sentì gelare a sentire quella frase… accompagnò Elena alla porta e sollevò un lenzuolo steso a separare il letto dalla cucina… si avvicinò e sopra vi era una bambina di circa undici anni… Chiara le andò vicino le mise un braccio intorno e si addormentò accanto a lei…

    Il tempo passava lento e inesorabile, nel cuore di Agnese tutto si era fermato al giorno della partenza di Andrea, niente era più stato uguale. Passarono i giorni, le settimane, i mesi…
    I ricordi continuavano a tornarle alla mente nei momenti in cui meno se l’aspettava, la pace della vita di Emilia e Martino ogni tanto la gettava nello sconforto… perché pensava che anche loro potevano essere felici con il loro bambino. Federico si era ripreso aveva provato a cercare Chiara ma senza risultato non era più alla locanda sembrava sparita, e lui non sapeva dove abitasse… le sue giornate erano piuttosto monotone cercava di ricordare qualcosa di quel terribile agguato senza riuscirci… passava molto tempo con Alberto che aveva deciso di fermarsi per qualche tempo, perché voleva stare accanto a lui e ad Agnese, e proprio con Agnese aveva stretto un rapporto forte e speciale…
    Ogni giorno Agnese passava molto tempo davanti alla finestra che dava sul grande prato di Rivombrosa fissava quel cancello come se sperasse di veder entrare un cavallo… con in sella il suo bel marchese… ma non accadeva… spesso tornava nei loro posti speciali… e sperava che qualcosa cambiasse, sperava che ogni nuova alba potesse portarle un segno che le facesse capire che Andrea fosse ancora vivo ma non succedeva… ma qualcosa la spingeva a sperare ancora, senza mai smetterà perché una parte di lei non si sarebbe mai arresa…
    Fu proprio davanti a quella finestra, pochi giorni prima di Natale che Martino la trovò…
    Martino:”Agnese sai che in tutto questo tempo non ho mai più voluto parlare con te di quel giorno terribile, ma ogni volta che ti trovò qui a guardare verso quella finestra mi si spezza il cuore… tu credi ancora che possa tornare…”
    AgnesE:”Lui tornerà…” disse in tono tranquillo…
    Martino:”Agnese guardami… non puoi cullarti in una speranza che può rivelarsi vana! Lo capisci!!!”
    Agnese:”Non parlarmi così!!” Martino capì che aveva esagerato…
    Martino:”Agnese io voglio solo che tu sia serena…” andò ad abbracciarla…
    Agnese:”Allora lasciamo sperare di veder entrare Andrea da quel cancello…”
    Martino era andato più volte in quei mesi con Terrazzani e Corsini sul luogo dell’agguato avevano cercato tutto intorno ma non c’era traccia di Andrea da nessuna parte nessuno sapeva niente.
    A Torino il generale Savignac aveva ormai screditato agli occhi di tutti il marchese Le Miriè anche se gli serviva una prova schiacciante per poterlo allontanare definitivamente da Torino.
    Vittoria era da molto tempo ospite a palazzo di sua sorella Costanza…
    Costanza:”Ancora non ho capito da chi ti stai nascondendo…”
    Vittoria:”Da qualcuno che è pronto ad uccidermi se finirò di fare una certa cosa…”
    Costanza:”Vittoria perché non parli sinceramente con me.. niente trucchi, niente inganni solo la verità…”
    Vittoria:”Vuoi la verità? Ricordi un mese fa quando andammo dalla principessa di Carignano grazie a te non fui cacciata… io stavo passeggiando per il giardino e allora vidi Agnese… l’ho guardata negli occhi un solo istante e ho capito che il dolore che provava era immenso… che niente poteva aiutarla…nessuno se non me…”
    Costanza:”Cosa vuoi dire?”
    Vittoria:”Sono stanca… di tutto… so cosa vuol dire amare una persona al punto tale da impazzire… io lo so… ma ho anche visto che si può amare una persona in modo così puro e semplice come fa Agnese… nonostante il suo Andrea non ci sia più…Agnese quel giorno è stata al centro dei miei pensieri l’ho guardata tutto il tempo, e lei cercava di essere tranquilla con tutti quelli che si avvicinavano a lei nonostante ciò che volesse fosse solo piangere… Costanza hai idea di quanto sia lacerante non avere accanto la persona che ami?”
    Costanza:”No…”
    Vittoria:”Io si…” disse rassegnata… “Non sono diventata un'altra persona… solo penso ogni giorno al mio dolore… e credo che se Agnese può avere la possibilità di amare ancora è giusto che accada…” Costanza abbraccio la sorella…
    Costanza:”Sapevo che il tuo odio era una maschera…”
    Vittoria:”No Costanza… non pensare che voglia il bene di tutta quella famiglia… io sognavo di farne parte ma è chiaro che non era il mio destino… E’ anche colpa loro se ogni giorno mi alzo con un peso sul cuore… ma non voglio avere debiti di coscienza con loro allora farò ciò che è giusto…forse per la prima volta nella mia vita…” Costanza le prese la mano e l’accompagnò fuori…

    Rivombrosa. Giardino Laterale.
    Federico camminava senza fermarsi quasi volesse sfuggire ai suoi pensieri, lo raggiunse ben presto Agnese.
    Agnese:”Lascia che indovini… Chiara?”
    Federico:”Sono proprio un libro aperto…”
    Agnese:”No sei innamorato…”
    Federico:”Forse questa volta ho sbagliato… come può starmi accanto ogni giorno e poi sparire nel nulla…?”
    Agnese:”Lei ti ama Federico… ti basta questo?”
    Federico:”Come puoi dirlo…”
    Agnese:”Me l’ha confessato lei stessa… quando stavi male… ma aveva anche paura di non essere alla tua altezza… tu non le hai mai detto che l’ami… eppure so che è così…”
    Federico:”E’ che è tutto molto complicato!!! Troppo!! Io non sono più riuscito ad innamorarmi da quando Sonia mi ha lasciato ed ora… vorrei potergli aprire il mio cuore… ma forse ho paura…”
    Agnese:”Non devi aver paura di seguire il tuo cuore… io l’ho fatto dal primo istante che ho conosciuto Andrea e non me ne sono mai pentita anche quando nessuno ci voleva uniti…”
    Federico:”Mi manca ogni giorno…”
    Agnese:”Anche a me manca molto, ogni giorno sempre di più… ho paura di dimenticare il suono della sua voce, della sua risata, il suo inconfondibile sorriso… che tanto mi ha incantato… cerco di ricordare quando stretta tra le sue braccia avrei affrontato ogni tempesta… ma non sempre riesco…” Federico l’abbracciò… Agnese si mise a piangere tra le sue braccia…
    Federico:”E’ ammirevole vedere come tu stia cercando di andare avanti ma ogni tanto devi sfogarti… ricorda che io sono qui per te… ”
    Agnese:”Grazie…per tutto ciò che hai fatto per me da quel giorno…”
    Federico:”Non devi dirmi grazie… vorrei non dover essere qui a consolarti vorrei che tutto fosse più semplice…”
    Mentre passeggiavano videro una carrozza familiare entrare nel cancello di Rivombrosa…
    Poco dopo Bianca li richiamò dentro in soggiorno degli ospiti erano lì per loro… Tutto era già pronto per festeggiare il Natale che avrebbero passato tutti insieme…
    Quando entrò Agnese non poteva credere a chi era venuto a farle visita… Vittoria… accompagnata da Costanza…
    Agnese:”Non credo di poter restare…”
    Costanza:”No Agnese aspetta è importante…” Arrivò anche Martino con Emilia entrambi rimasero stupiti… e volevano andarsene…. Infine si convinsero…
    Vittoria:”So che non vorreste stare qui ad ascoltare le mie parole… ma ho bisogno di farlo è importante…”
    Martino:”Parla…” il conte la trattava in modo freddo ma anche Vittoria non abbandonava la sua aria altezzosa… Agnese si avvicinò al vetro e dandole le spalle fissava il giardino…
    Vittoria:”Sono l’ultima persona che dovrebbe aiutarvi ma per me è un modo per liberarmi di tutto ciò che riguarda la vostra famiglia, non voglio avere conti in sospeso e questo era l’ultimo legame-… e poi c’è un altro motivo per cui vorrei farlo… vorrei alleviare quel dolore che regna in questa casa da quel 4 ottobre…”
    Emilia:”E come vorresti aiutarci?”
    Vittoria:”Con questa…” disse tirando fuori la lettera di Loya.. “A corte si dice che il generale Savignac sia molto cortese verso di voi,… se consegnerete questa prova a lui… si fiderà io non potrei farlo…questa è la prova che dietro a tutto ciò che vi è successo c’è il marchese Francois Le Miriè…” dicendo questo Costanza prese la mano della sorella quasi a volerla sostenere…
    Martino invece si alzò di scattò preso da un impeto d’ira…
    Martino:”MI STAI DICENDO CHE TU SAPEVI TUTTO IN QUESTI MESI!!! CHE TU AIUTAVI QUEL MISERO ESSERE A COMPLOTTARE CONTRO DI NOI!!! MA CI ODI COSì TANTO…”
    Vittoria:”Vi odiavo perché in realtà tutto ciò che volevo era far parte di questa famiglia… ma mi sono sentita rifiutata, abbandonata, esclusa e la vendetta e il rancore e la brama di potere mi hanno portato a fare questo…”
    Emilia:”Non sembrata cambiata…”
    Vittoria:”Non lo sono, non voglio pietà o compassione voglio solo darvi l’occasione di liberarvi del marchese che voleva prendersi gioco di me… per quanto mi riguarda potrete anche denunciare la mia complicità a sua maestà non conta… potrei morire domani per mano dei suoi sicari… lui sa che io ho rubato quella lettera… e sa che mettendosi contro di me… avrebbe perso…”
    Ci fu un attimo di silenzio e di gelo, era inverso un vento freddo entrò dai corridoio dove una finestra era rimasta aperta, Martino lesse la lettera e restò sconvolto e scioccato da quanto c’era scritto.
    Agnese era impassibile.
    Martino:”Consegnerò questa lettera il prima possibile al prefetto e anche voi verrete punita… non potete pensare di passarla liscia…” Vittoria si alzò in piedi…
    Vittoria:”Volevo fare la cosa giusta… il resto sta a voi… So che questo è molto poco in confronto a ciò che avete passato ma… forse la giustizia porterà la pace nei vostri cuori… soprattutto nel cuore di Agnese… che ora saprà che è il marchese Le Miriè che voleva uccider lei e Andrea… conosco il dolore di tua sorella Martino, e forse è questo che mi ha spinto qui… se io avessi potuto avrei scelto un modo migliore per amare…” Così dicendo si congedò quando stava per lasciare la stanza… una voce la chiamò…
    Agnese:”Vittoria…” la contessa si voltò stupita a guardarla, per tutta la lunga conversazione era stata in silenzio cosa poteva dirle ora, lo sguardo di Vittoria era commosso, guardare gli occhi di Agnese le fece male…
    Agnese:”Grazie…” le tese la mano… Vittoria stupita esitò tre volte poi la strinse e andò via nascondendo le lacrime che stavano uscendo sul suo volto…
    Martino guardò stupito Agnese…
    Agnese:”Devo fare anche io qualcosa di giusto… tornerò presto Martino…” lo baciò sulla guancia ed uscì…
    Emilia:”Non posso crederci…”
    Martino:”Nemmeno io ma ora abbiamo la prova per far uscire quel vile dalle nostre vite… Andrò a Torino domani stesso…”
    Emilia:”Ma è la vigilia di Natale!”
    Martino:”appunto così tornerò e passerò una festa stupenda con mia moglie e il mio bellissimo bambino…” Emilia l’abbracciò e lo baciò felice…

    Agnese si fece accompagnare con un calesse sino ai borghi di Torino, scese e seguita da Ettore chiese a molte contadine dove abitasse Chiara, nessuno però sembrava aiutarla… Solo quando Ettore parlò con un mercante capì dove fosse…
    Agnese:”E’ perché sono nobile?”
    Ettore:”Non preoccupatevi contessina… andate io vi aspetto fuori…” Agnese entrò lentamente… sembrava non esserci nessuno ma poco dopo arrivò la bimba di circa undici anni e le andò incontro…
    Bambina:”Chiara! C’è una signora bellissima!”
    Agnese:”Grazie… come ti chiami?” era stupita e per un attimo si chiese chi fosse quella bambina…
    Caterina:”Mi chiamo Caterina…”
    Chiara:”Eccomi… marchesa voi qui…. Ma…” si inchinò e mandò via Caterina… cercò di sistemarsi bene ma era presa alla sprovvista…
    Agnese:”E’ stato difficile trovarvi…”
    Chiara:”Per fortuna… se no ci sarebbe riuscito anche qualcun altro…”
    Agnese:”Vi riferite a chi penso io… certo… ”
    Chiara:”Come sta?”
    Agnese:”Fisicamente bene… è giovane e forte si è ripreso, è il suo cuore che mi preoccupa…”
    Chiara:”Vi prego…”
    Agnese:”Sono qui solo perché voglio che lui sia felice che voi lo siate… oggi colei che credevo la mia più acerrima nemica mi ha dato modo di avere giustizia… e mi ha fatto pensare che tutto può risolversi… basta volerlo… lascia che ti aiuti…che vi aiuti…”
    Chiara:”Siete così buona…”
    Agnese:”Perché non ti ho più trovata alla locanda?”
    Chiara:”Perché il marchese Le Miriè non vuole….”” Agnese trasalì sentendo quel nome…
    Agnese:”Vorresti spiegarmi…?” Chiara si accertò che Caterina fosse fuori con gli altri bambini poi iniziò a parlare…
    Chiara:”tutto è iniziato un anno fa, lavoravo alla locanda… e come accade spesso i nobili vengono li per lasciarsi andare, ubriacarsi, e spesso anche per avere per qualche ora una di noi Fanciulle… una sera entrò il marchese Le Miriè… come sapete… noi siamo pagate per cedere alle lusinghe di quegli uomini…Ma la mattina dopo quando lui era già andato via la mia padrona mi disse che lui mi aveva comprato, perché era colpito da me, e mi voleva come se fossi una sua proprietà e io avrei dovuto essere sempre a sua disposizione per i suoi capricci…” Agnese era inorridita mise una mano sulla spalla di Chiara vedendola provata…
    Chiara:”Mi hanno venduto capite? Alla mia padrona quella cifra fece comodo e il mio ì non era un lavoro era per non insospettire le altre ragazze così andavo solo ogni tanto… e le sere lui mi chiamava… ma io non volevo e all’inizio rifiutai questa cosa con tutta me stessa… ma poi qualcuno gli rivelò l’esistenza di Caterina…”
    Agnese:”Tua figlia?” chiese quasi timidamente per paura di turbarla…
    Chiara:”No no Caterina è la mia sorellina… mia madre è morta dandola alla luce e mio padre è partito per la guerra e non è più tornato… mi sono sempre dovuta occupare di lei… ma lei è sempre malata… e ha bisogno di continue cure… così lui mi assicurò che mi avrebbe sempre dato i soldi per lei che non avrei più dovuto preoccuparmi… capite? Io non avevo nulla ero sola al mondo quella richiesta per quanto umiliante era l’unica via… Caterina stava male…e da allora le cose sono così…”
    Agnese l’abbracciò… “ora capisco tutto… non poteva essere vero che voi stavate con quell uomo per vostro piacere ed ecco perché quella sera eravate con lui… e i lividi di cui mi parlava Federico?”
    Chiara:”Mi tratta come la peggiore delle donne… mi picchia… mi…” Chiara scoppiò a piangere… “Ora sta per scappare credo e mi vuole portare con se… e io ho paura… è per questo che non sono più andata da nessuna parte io non voglio…e se venisse a sapere che ho un legame con il conte Besci… lui lo ucciderebbe… lui me lo dice sempre “tu sei solo mia…” ma la realtà è che mi fa schifo…”
    Agnese:”Ti aiuterò a risolvere tutto questo ma tu devi parlarne con Federico…me lo prometti?”
    Chiara:”D’accordo…”
    Agnese:”Lo manderò qui così non correrai rischi… ti libererò di lui… il marchese non avrà più alcun potere su di te… e anche la tua sorellina avrà ogni cura…”
    Chiara:”Grazie… siete un angelo…”
    Agnese:”No, sono vostra amica…” la salutò insieme a Caterina e andò via con Ettore verso Rivombrosa…
    Quella sera alla cena c’erano tutti, anche Alberto che era stato invitato lì per quei giorni di festa… il clima nella famiglia era tranquillo anche se si sentiva quell’unico grande vuoto…
    Poco dopo iniziò a nevicare…
    Alberto:”Domani è la vigilia di Natale…”
    Agnese:”E’ vero… doveva essere un giorno perfetto… ”
    Alberto:”Lo sarà vedrai… vorrei vedere di nuovo il tuo sorriso è così tanto tempo che manca sul tuo volto…”
    Agnese:”Perdonami ma non ci riesco…non in questi giorni…”
    Agnese restò davanti alla finestra senza badare ad Alberto…

    Costanza invece stava accompagnando Vittoria in un altro posto…
    Costanza:”Non puoi andare da lui! Ti ucciderà!”
    Vittoria:”Forse tu aspetta qui…” Vittoria non si fece annunciare ed entrò dal marchese Le Miriè che sembrava molto irritato…
    Marchese:”Contessa… o dovrei dire sgualdrina…”
    Vittoria:”Potete insultarmi quanto volete ma il giorno in cui avete detto che volevate liberarvi di me avete chiuso ogni vostro ascendente sulla mia persona…” il marchese finalmente capì perché Vittoria gli si era rivoltata contro aveva capito che voleva escluderla…
    Vittoria:”Voglio sapere una cosa… l’unica cosa che non mi avete detto… voglio sapere dov’è…”
    Marchese:”chi?”
    Vittoria:”il marchese Van Necker…Lo so che quell’agguato è stata opera vostra ditemi dov’è!”
    Marchese:”Cara Vittoria, sono passati mesi… come potete pensare che sia ancora vivo…”
    Vittoria:”Lui lo è ne sono certa…parlate…” il marchese iniziò a ridere… Vittoria andò dietro la sua sedia toccandogli il collo con un gesto sensuale… il marchese non pensava che Vittoria gli avrebbe teso una trappola… subito dopo tirò fuori uno stiletto e glielo puntò alla gola…
    Vittoria:”Cosa dite marchese vi è tornata la memoria?”

    Quando uscì di corsa e disse al cocchiere di correre Costanza non capiva ma Vittoria rideva…
    Vittoria:”Questa volta ho vinto io… Costanza appena arriviamo a palazzo voglio il cavallo più veloce devo fare una cosa importante…”
    La neve rendeva difficile praticare le strade ma non si lasciò intimidire…
    E per una volta Vittoria fece la cosa giusta.
    24 dicembre 1797
    Era la vigilia di Natale tutti erano felici e preparavano i regali da farsi, quella mattina Martino era andato a Torino a consegnare la lettera di Loya, e appena il marchese Savignac la vide ordinò ai suoi uomini di andare ad arrestare il marchese… ma quando arrivarono era troppo tardi. Il marchese era fuggito non era più nel suo palazzo. Ma fuggendo non si sarebbe dimenticato di prendere tutto ciò che era suo.

    Agnese stava cullando il piccolo Fabrizio, pensando a quanto fosse bello stringere un neonato fra le braccia, quando venne raggiunta da Federico che sembrava pronto ad uscire…
    Agnese:”Vai ora da lei? Ma non riuscirai le strade sono piene di neve e non accenna a smettere…”
    Federico:”Andrò a piedi se necessario… devo andare tu mi dici che mi dirà tutto…. io non posso più aspettare…”
    Agnese:”D’accordo ma sii prudente Federico…” Federico annuì ed uscì fuori…qualche ora dopo arrivò fuori dalla casa di Chiara bussando però non trovò nessuno… almeno così sembrava alla fine entrò… e vide la piccola Caterina con Elena…
    Federico:”Perdonate… credevo di trovare Chiara…”
    Elena:”Chiara è…” la fanciulla scoppiò a piangere…
    Federico:”Vi prego parlate!”
    Elena:”Lui l’ha presa e l’ha portata via!!!”
    Federico:”Non capisco!!! Vi prego spiegatemi…” Elena lo fece sedere e raccontò al conte tutto ciò che nascondeva la vita di Chiara, e quando arrivò alla fine Federico si sentì trafitto. Il marchese Le Miriè l’aveva presa con se nella sua fuga. Federico tirò un pugno sul tavolo non sapendo cosa fare.

    L’intera famiglia a Rivombrosa era seduta per pranzare, Agnese era inquieta si sentiva agitata senza sapere il perché… aveva una sensazione molto forte…
    Emilia:”Agnese cerca di mangiare qualcosa…”
    Agnese:”Perdonatemi non riesco…”
    Martino:”Capisco che non è facile festeggiare ma…”
    Agnese:”Non è questo… io… non so spiegarvi e come se sentissi qualcosa…”
    Alberto le si avvicinò…”Non ti senti bene?”
    Agnese:”Ho solo bisogno di un attimo… arrivo subito… “andò nell’altra stanza e andò come sempre alla finestra si portò una mano sul ventre. In quel momento si sentì di nuovo serena… sorrideva sapendo che non era mai sola. Poi guardò fuori vide la neve… erano due giorni che nevica… l’intero cortile di Rivombrosa era pieno di neve. E fu allora che la vide. Bella e piena di vita. In mezzo al giardino dell’entrata, che ormai era ricoperto di neve. Si portò una mano sul viso. E non capiva perché le veniva da piangere. Un emozione immensa le scaldò il cuore.
    Era una rosa rossa. Una rosa rossa su un campo di neve. E Agnese piangendo non potè che pensare ad una cosa:una rosa rossa non può passare inosservata in un campo di neve.

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    fine capitolo....
    :bunce: :bunce:
    Ho pianto molto alla fine di questo capitolo...
    Vi aspetto per l'ultimo capitolo... il cui titolo sarà... Una storia così non potrà finire mai...
    Una prte di me è felice ma l'altra è triste, questa storia ormai fa parte della mia vita..
     
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0 replies since 6/6/2008, 22:23   415 views
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