Apple teme la «bolla» iPhone

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  1. .•ˆ•… roxina …•ˆ•.
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    Nel giorno del grande lancio ha segnato un record clamoroso, con oltre 270 mila unità vendute in appena 30 ore. Poi, in rapida successione, è riuscito a mobilitare le più grandi compagnie telefoniche mondiali in una lotta senza esclusione di colpi per ottenere la licenza della "commercializzazione". Un vera «storia» da manuale, quello dell'iPhone di Steve Jobs, dove nulla è stato lasciato al caso. Eccetto un fattore: la recessione. Perché se è vero che il supertelefonino capace di creare code chilometriche davanti ai negozi Apple è finora riuscito a garantire margini importanti alla casa di Cupertino, adesso si trova a dover fronteggiare uno scenario economico molto diverso da quello di un anno fa, quando è sbarcato sul mercato. Scenario, quest'ultimo, che vede nel breve periodo un drastico ridimensionamento dei consumi e vendite natalizie che si preannunciano in forte calo. Probabilmente anche alla luce di queste considerazioni, da ieri il «caso» iPhone (ma qualcuno la definisce una vera «bolla») è ufficialmente aperto.

    Il padre dell'iPhone, Tony Fadell, vice direttore generale senior della divisione dell'iPod di Apple, meglio noto per essere tra le "menti" che hanno creato l'iPod, il famoso lettore di musica digitale, ha deciso di lasciare il colosso informatico. Stando a fonti di mercato sentite dal Wall Street Journal, la decisione sarebbe stata presa per motivi personali. Ma la successione è già pronta: Fadell sarà sostituito da Mark Papermaster, ex dirigente di Ibm, un colosso sempre più orientato al mondo dei servizi, business che per qualcuno sarà la naturale evoluzione di Apple. Ma al di là del giro di poltrone, lo scenario internazionale in cui si muoverà nei prossimi mesi il colosso di Steve Jobs sono già nelle elaborazioni delle case d'affari e, soprattutto, nei numeri di Borsa.

    Sul primo punto, c'è chi stima che la Apple Inc. potrebbe tagliare del 40 per cento la produzione di iPhone nel trimestre in corso rispetto ai tre mesi precedenti, a causa della frenata nei consumi. Lo ha indicato Friedman, Billings Ramsey & Co che sottolinea peraltro che la variazione potrebbe avere come conseguenze anche la riduzione dei ricavi per il quarto trimestre di Broadcom Corp., Marvell Technology Group Ltd. e Linear Technology Corp., che forniscono componenti usate per il palmare. «Apple è una buona cartina di tornasole per la domanda da parte dei consumatori nel suo complesso, visto che ha i prodotti più ambiti e alla moda» riporta la nota inviata alla clientela. «Il fatto che i piani di produzione dell'iPhone siano rivisti al ribasso suggerisce che la debolezza macro-economica globale pesi anche sui consumatori di fascia alta» e che «nessun segmento di mercato sia al riparo da questa frenata mondiale». C'è da dire, in proposito, che l'iPhone ha generato il 5,7 per cento delle vendite di Apple con 6,8 milioni di iPhone venduti nel trimestre terminato il 27 settembre, secondo dati compilati da Bloomberg.

    Quanto ai numeri di Borsa, basta scorrere le quotazioni per rendersi conto che anche il mercato inizia a scontare una contrazione delle vendite per il colosso di Steve Jobs: da inizio anno Apple ha dimezzato la capitalizzazione, perdendo il 45% e si è allineata alle perdite di competitor come Nokia (-50%) e Sony (-60%).
    http://www.ilsole24ore.com/
     
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  2. **angioletto**
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    grazie per la news :D
     
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1 replies since 5/11/2008, 13:07   32 views
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