Autunno, cadono le foglie e spuntano… i brufoli

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  1. .•ˆ•… roxina …•ˆ•.
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    In questa stagione aumentano la produzione di sebo e lo stress da ripresa delle attività. Tutte le cure e le strategie migliori
    Cattive notizie per quel 15% di nostri connazionali, tra i 15 e i 50 anni, costretti a fare i conti con l’acne. L’autunno è il periodo dell’anno più a rischio brufoli. Il motivo? Proprio in questi mesi si intensifica la produzione di sebo, aumenta lo stress legato al ritorno a scuola o al lavoro, cresce l'inquinamento e si pagano le conseguenze della troppa esposizione al sole nei mesi estivi. A lanciare l'allarme, gli esperti riuniti di recente a Torino per il Congresso della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo).

    Quelle colpe del sole
    Negli ultimi trent'anni la percentuale di chi soffre di acne, sostengono ginecologi e dermatologi, è salita del 10%. "Nel delicatissimo ecosistema femminile”, commenta Giorgio Vittori, presidente della Sigo”, è fondamentale riuscire a risolvere situazioni di disagio, come quelle causate dall'iperandrogenismo, che possono provocare nel tempo problemi ben più gravi sia sul fronte psicologico che, ad esempio, nella preservazione della fertilità". Ottobre è il mese più critico per chi soffre di acne: “È infatti ancora molto radicata la convinzione che la tintarella sia benefica”, dice Desanka Raskovic, direttore della seconda Divisione dermatologica dell'Istituto dermopatico dell'Immacolata di Roma. Nell'immediato il paziente avverte un miglioramento: la pelle è più asciutta e il colorito migliora. Ma poi arrivano le brutte sorprese. L'azione del sole determina infatti un ispessimento dell'epidermide, con un aumento della cheratina in superficie a formare una sorta di tappo, che peggiora la situazione di chi soffre di acne".

    Le strategie per difendersi
    Per tenere sotto controllo il problema bisogna invece mantenere la pelle sempre ben pulita e idratata. E utilizzare pillole a base di drospirenone con effetto anti-androgenico. Si tratta di un disturbo complesso, con notevoli riflessi psicologici, spesso spia di un problema ormonale. "Purtroppo”, aggiunge Stefano Lello, responsabile dell'ambulatorio di Ginecologia endocrinologia dell'Idi, “la consapevolezza delle cause nelle ragazze resta insufficiente: si nota un miglioramento nelle nuove generazioni ma sono ancora troppo diffusi i rimedi fai da te e la banalizzazione del problema. Il trattamento principe per curare l'acne prevede l'utilizzo di estro-progestinici per via orale in grado di ridurre il livello di testosterone. In particolare vanno scelti progestinici con proprietà antiandrogeniche. Il più efficace è il drospirenone che ha dimostrato in recenti studi una superiorità sia nel normalizzare il quadro ormonale, sia nei tempi di azione: in media, dopo soli tre mesi di assunzione si riscontra un significativo miglioramento di tutti i parametri di benessere e qualità della pelle, riportandola alla normalità".
    La scelta della pillola giusta è fondamentale. "Non tutte sono efficaci per migliorare l'estetica della pelle, anzi”, spiega Raskovic, “se si sbaglia approccio la situazione può addirittura peggiorare. Un progestinico ad azione androgenizzante può scatenare l'acne in una persona a tendenza seborroica, in cui magari non si sarebbe mai manifestata. Ecco perché è importante che anche i ginecologi siano informati e sensibilizzati, così da consigliare la donna nel migliore dei modi, ovviamente in sinergia con il dermatologo".


    http://www.staibene.it/
     
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0 replies since 28/11/2008, 12:17   174 views
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