Brenda

preso dal corriere della sera di oggi

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  1. *___Morettina Innamorata___*
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    era stato COINVOLTo NEL CASO MARRAZZO
    Trovato morto il trans Brenda
    La procura: omicidio volontario
    Il viado ucciso da esalazioni da fumo di un rogo nel suo seminterrato. Il pc immerso nel lavandinoNOTIZIE CORRELATE
    Le «casitas» di via Gradoli e Due Ponti (25 ott'09)
    Trans Brenda in ospedale dopo una rissa (9 nov'09)
    Marrazzo ricattato per un video, quattro carabinieri arrestati (23 ottobre 2009)
    Le tappe della vicenda
    Marrazzo lascia: «È stata debolezza privata»
    Aveva un secondo video con 2 trans F. Sarzanini (20 nov'09)
    Gli amici: si è suicidata, no l'hanno uccisa (20 nov'09)


    Brenda (Ansa)
    ROMA - Il corpo del transessuale Brenda, coinvolto nella vicenda del video-ricatto a Piero Marrazzo, è stato trovato senza vita all'interno di un seminterrato andato a fuoco in via Due Ponti 180 a Roma. I magistrati che indagano sulla morte del transessuale stanno lavorando sull'ipotesi di omicidio volontario. Gli inquirenti hanno preso in considerazione anche le piste del suicidio e dell'incidente, ma nel corso delle ore ha preso consistenza la tesi del delitto. Secondo quanto si è appreso, il cadavere di Brenda, seminudo, è stato ritrovato ricoperto di fuliggine. I vigili del fuoco, all'alba, sono stati chiamati per un incendio che si stava sviluppando all'interno dell'abitazione del trans. E lì hanno trovato il cadavere, che non presentava segni di violenza.


    Il trans di via Gradoli






    Nel sacchetto azzurro il pc di Brenda trovato immerso nell'acqua e sequestrato dalla polizia (Proto)
    PC NELL'ACQUA - La Procura ha disposto l'autopsia sul corpo di Brenda (il cui vero nome, come ha rivelato Lilli Gruber in apertura del programma 'Otto e mezzo' su LA7, era Wendell Mendes Paes, nato in Brasile il 28 novembre 1977). Gli inquirenti hanno anche disposto gli esami tossicologici. Nel corso del sopralluogo compiuto dai magistrati è stato sequestrato un computer, trovato nel lavandino dell'appartamento, come se fosse stato immerso in acqua. Il particolare, rivelato da fonti investigative, farebbe supporre un gesto volontario per rendere il pc inutilizzabile. Il computer è stato portato via dagli uomini della Squadra Mobile della Questura di Roma. Anche se bagnato, sottolineano fonti investigative, è possibile recuperare il contenuto dell'hard disk: ed è quello che gli esperti faranno nei prossimi giorni, quando la procura avrà deciso chi dovrà eseguire i rilievi tecnici. È molto probabile, fanno notare le stesse fonti, che l'accertamento tecnico si svolga sotto forma di incidente probatorio e questo perché si tratta di analisi irripetibili.

    LA SCENA DEL CRIMINE - Contrariamente a quanto era filtrato in precedenza, gli investigatori hanno chiarito che nell'appartamento non c'era del liquido infiammabile. La scena del crimine è definita "equivoca" e "complessa". La bottiglia di whisky inoltre non è stata trovata vicino al corpo del trans, vestito solo di un lenzuolo, annerito e riverso a terra sul soppalco del piccolo monolocale di Due Ponti. Non sono stati trovati nemmeno medicinali. Il miniappartamento inoltre era chiuso a chiave con una mandata e un mazzo di chiavi è stato trovato all'interno dello stesso appartamento. Un dettaglio che potrebbe far pensare che il presunto assassino avesse le chiavi dell'appartamento.

    L'ULTIMA NOTTE - Gli investigatori hanno anche ricostruito la serata di Brenda, prima che fosse trovato morto. Brenda era andato a prostituirsi per strada nella zona del bowling, poi era ritornato a casa da solo prendendo un taxi. Il tassista l'avrebbe lasciato davanti la sua abitazione alle 2 e 30. Ora si cerca di ricostruire quel buco di meno di due ore: i vigili del fuoco infatti sono stati chiamati per un incendio che si stava sviluppandosi all’interno dell'appartamento alle 4:16 e sono arrivati sul posto alle 4:33.



    Trovato il corpo del trans Brenda




    «INQUIETANTE» - «È inquietante» commenta Luca Petrucci, legale di Piero Marrazzo. «Bisogna indagare - aggiunge - per vedere se c'è qualcosa di più grosso di quel che sia già emerso». «Non posso pensare - afferma - che la settimana scorsa questa persona è stata aggredita e rapinata e che da poche ore è stata bruciata: vanno approfondite le cause anche se non ho alcun elemento per aggiungere qualcosa in più rispetto a quello che apprendo dai media. Dico che forse le indagini stanno scoperchiando una sistema simile a quello della Uno Bianca dove si mettevano tra l'altro a tacere i testimoni. In questo senso ritengo giusto rimettere sotto protezione Natalie».

    NATALIE - E proprio l'altro transessuale coinvolto nel caso Marrazzo, Natalie, lasciando la sua abitazione di via Gradoli, dice di essere tranquillo: «Non ho paura perché non ho fatto nulla». E poi ancora: «Io non ho amicizia con lei, la conosco perché è mia compaesana. Non so se l'hanno uccisa», però «se è successo quello che è successo a lei, può darsi che sia perché ha fatto qualcosa. Io non posso dirlo. Nessuno sa la verità e io non posso dire una cosa che non so. Può darsi che si sia ammazzata, può darsi che qualcuno... Ma questa non è una cosa che mi riguarda, io non c'entro niente, bisogna vedere la perizia». Alla domanda se avesse visto o meno il secondo video di Marrazzo, Natalie risponde di no: «Non l'ho visto, sono cose che si dicono in giro, però nessuno sa la verità. Se il secondo video era sul computer di Brenda? Dicono di sì».


    Le case di via Gradoli




    LA PRIMA MORTE - Quella di Brenda è la seconda morte sospetta nel giro di poco tempo. Nel settembre scorso infatti morì per un arresto cardiaco Gianguarino Cafasso, il pusher che, secondo i carabinieri coinvolti nel caso dell'ex governatore della regione Lazio, girò il filmato di quanto avveniva nell'appartamento di via Gradoli. La morte di Cafasso ha insospettito la procura di Roma che ha disposto una serie di accertamenti tossicologi per conoscere in maniera chiara le cause del decesso.

    L'INCHIESTA - Il transessuale brasiliano coinvolto nel caso che ha portato alle dimissioni dell'ex presidente della Regione per i rapporti che avrebbe intrattenuto con lui, era stato ascoltato in procura a Roma, come testimone, nell'ambito dell'inchiesta sul presunto ricatto. L'audizione del viado svolta di fronte al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal sostituto Rodolfo Sabelli doveva chiarire, tra l'altro, la questione dell'esistenza di un secondo video in cui apparirebbe Marrazzo e del quale hanno fatto cenno alcuni transessuali. Pochi giorni dopo, il 9 novembre, Brenda era rimasto coinvolto in una rissa dalla quale era uscita con ferite al volto. Era stato fermato dai carabinieri in via Biroli, sulla via Cassia. I militari in quell'occasione dovettero difendersi perché il trans dava in escandescenza. In quell'occasione gli era stato anche rubato il telefono cellulare.



    20 novembre 2009


    fonte http://roma.corriere.it/roma/notizie/crona...036393107.shtml
     
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